Pagina:La Vita Ai Tempi Eroici Di Persia, Uffizio della Rassegna Nazionale, 1885.djvu/15

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AI TEMPI EROICI DI PERSIA 13

doveva esser premio di colui che avesse saputo scioglier l’enigma della Sfinge e che nel Medio Evo la mano d’una nobile donzella era data qualche volta in premio a colui che sapeva sciogliere certi indovinelli. Da quest’uso il Giacosa nostro trasse uno de’suoi più belli e applauditi lavori. Ma gl’indovinelli che il giovane Zal doveva sciogliere alla corte di Minócihr, erano ben semplici e puerili e consentanei perciò a quell’antichissima età alla quale la leggenda si riferisce. Basti il dire che uno degl’indovinelli era questo: che sono quei due cavalli, uno bianco, nero l’altro, veloci al corso, che rapidi s’inseguono e non si raggiungon mai? - E l’altro era: Che sono quei dodici alberi tutti in fila che hanno trenta rami per ciascheduno? - Ma perchè il giovane Zal prontamente indovinò che i due cavalli erano il giorno e la notte, e che i dodici alberi dai trenta rami erano i dodici mesi dell’anno coi loro trenta giorni, e seppe interpretare un’altra diecina d’indovinelli simili a questi, tutti quanti i savi della nobile assemblea si guardarono in viso l’un l’altro stupiti e meravigliati e stringendo le labbra, mentre dall’alto del trono il re Minócihr che presiedeva a quell’esame, levò le braccia al cielo e commosso e piangente benedisse il Signor del cielo e della terra perchè nel suo regno era sorto un giovane principe così sapiente e istruito in ogni bella cosa a sapersi. All’esame tenne dietro un lautissimo convito, e al giorno dopo il giovane Zal fu rimandato ai domini paterni con una lettera del re, che lo dichiarava assolutamente in grado di contrarre le bramate nozze.

Ma qualche volta era il padre stesso della sposa quello che metteva alla prova il suo futuro genero sia per conoscerne l’indole e i talenti, sia con la speranza di vederlo fallire e di ritenersi con tal pretesto la propria figlia. Il re del Yemen, Serv, propose anche egli una specie d’indovinello, ma in maniera alquanto diversa. Quando infatti i tre figli del re Frédùn si recarono da lui dietro suo invito e dietro desiderio che aveva di conoscerne l’indole, egli li pose tutti a tavola in mezzo ad una radunanza di principi e di sacerdoti, indi fece entrar le tre figlie sue; ma pensando di trar nell’inganno i giovani principi, pose a sedere accanto al maggiore la figlia minore, accanto la minore la maggiore, e accanto a quel di mezzo quella che per età veniva in mezzo alle altre. Ciò fatto, disse: Queste sono le figlie mie; ditemi ora qual’è d’esse la maggiore, quale quella di mezzo e quale la minore. — Ma i giovani figli di Frédùn, già da lui ammaestrati accortamente, indovinarono l’ordine delle fanciulle e dissero: Siede la maggiore accanto al minore di noi, la minore siede accanto al maggiore, e quella di mezzo sedendo ac-