Pagina:La Vita Ai Tempi Eroici Di Persia, Uffizio della Rassegna Nazionale, 1885.djvu/24

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22 LA VITA EC.

locavano quel trono nel mausoleo, come se l’eroe o il principe vi sedesse ancor vivo, in atto pacifico e tranquillo. Tutti allora i parenti e gli amici si affollavano sulla soglia del mausoleo per dare un estremo addio alla cara persona estinta, poi ne chiudevano per sempre la porta.

Questa gente antica credeva ancora che il prezioso dono della vita fatto da Dio all’uomo, non gli poteva esser tolto che temporaneamente e però aveva certezza che un giorno, alla fine dei secoli, esso gli sarebbe integralmente restituito, quando i morti sarebbero risorti. Ma poichè visibile simbolo della futura risurrezione della vita era il sole, che sembra morire ogni sera e risorgere ogni mattina, così la morta spoglia che si soleva collocare a seder sopra un trono, era anche posta col viso verso oriente come in atto di attendere l’apparir del sole e col suo rinnovarsi il rinnovarsi della propria vita. L’uso antichissimo è sparso per tutto il mondo antico e trovasi che anche nelle vaste necropoli di Menfi in Egitto e in quelle preistoriche l’estinto è sempre volto ad oriente, e, come dice l’Alighieri,

Con ardente affetto il sole aspetta,
Fiso guardando, pur che l’alba nasca.


Così l’ultima e più bella speranza, quella del ritornare alla dolce vita che l’uomo sempre abbandona con dolore, allietava l’eroe morente e confortava i suoi cari superstiti, fatti certi per essa di rivederlo ancora in un giorno e più bello e più sereno.