Pagina:La basilica di san giulio orta.djvu/9

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di forma tale da ricordare quella degli antichi battisteri.

Ad ogni modo sembra che nel 489 il vescovo novarese Vittore desse opera a restaurare una chiesa esistente nell’isola presso il lago, e che l’opera fosse proseguita e compiuta dai suoi successori Pagaziano ed Onorato, e che fu dedicata ai SS. Pietro e Paolo. Il vescovo Onorato avrebbe anche costrutto il castello sulla sommità dell’isola. Questo castello, che servì ai vescovi per difendersi dalle incursioni barbariche allora susseguentisi, era nel 590 occupato dal duca longobardo Mimulfo fatto decapitare da Agilulfo, come riporta Paolo Diacono1, per non essersi opposto efficacemente ad un’invasione dei Franchi dalla parte dell’Ossola. Nella chiesa trovasi tuttora un plinto romano scavato che credesi fungesse da sarcofago del duca longobardo.

Nel 956 l’isola di S. Giulio subì un primo assedio da parte di Litolfo, figlio di Ottone il Grande, contro Berengario II che aveva nel 950 tolto la riviera di S. Giulio ai vescovi di Novara. Nel 962 un secondo assedio vi sostenne, contro lo stesso Ottone, la moglie di Berengario Regina Villa, che ne aveva ampliato le fortificazioni cingendo con un muro l’intera isola e comprendendovi così anche la Basilica. Di questo muro conservansi ancora oggidì le traccie sotto il nome di Muro della Regina.

Fra i seguaci della regina chiusisi con lei nell’isola, il Muratori, sulla testimonianza di Rodolfo Glabro, del Bollando e del Mabillon, ricorda un conte Roberto da Volpiano (marito di Perinza)23, che durante l’assedio ebbe dalla moglie un figlio, Guglielmo, resosi poi


  1. Ann., lib. 4°, cap. III.
  2. Alcuni vogliono che Perinza fosse sorella di Ardoino; ma studi meglio approfonditi e rapporti di età la farebbero invece figlia di Berengario II.
  3. Gabotto e Rossi, Storia di Torino.