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la capanna dello zio tom


stesso che se mi volessero far credere che Mammy possa amare quelle sue schifose bertucce, come io amo Evangelina. Udite questa: Saint-Clare con tutta serietà s’affaticò a persuadermi esser mio dovere, malgrado la mia salute cagionevole, e tutto ciò ch’io soffro, di lasciar tornare Mammy presso il marito, e di togliere invece di lei qualche altra persona a mio servizio. Questa poi passava la celia! Spesso mi rimango di esprimere ciò che sento: soffro in silenzio e pazientemente, giacchè so che questa è la trista condizione a cui furono condannate le donne. Ma allora io non ho potuto star salda, e mi sborrai di santa ragione. Indi in poi non me ne fece più parola; ma da certe sue parole dette così alla sfuggita, da certe sue allusioni, m’avveggo ch’egli è sempre di quello stesso parere; e la è cosa che provoca ed aizza cotanto!»

Miss Ofelia non osò risponder nulla in contrario; ma la precipitazione con cui adoperava i suoi ferri da calzette era assai eloquente, se Maria avesse saputo comprenderla.

— «Vedete pertanto qual carico vi è imposto, allorchè vi si commette il governo di questa casa. Qui non è regola, non è ordine: vi hanno schiavi avvezzi a fare ciò che lor piace, ad avere quanto desiderano, salvo se talvolta, per quanto lo comporta la mia salute, io non prenda a sorvegliarli. Allora do di piglio ad un nerbo, e ove le circostanze il richiedono, lo adopero; ma è cosa che mi riesce di troppa fatica. Ah! se Saint-Clare volesse un po’ imitare l’esempio degli altri proprietari!....»

— «E che fanno?»

— «Mandano i loro negri alla Calabuse, o in altro luogo ad esser bastonati. È l’unico sistema ragionevole. S’io non fossi così debole e malaticcia, vorrei mostrare nel governarli ben altra energia che non mostra Saint-Clare!»

— «Ma in che modo riesce egli a farsi ubbidire? Voi mi avete detto che non li batte mai.»

— «Ben sapete che gli uomini giungono più facilmente a ottenere ubbidienza; nè hanno a durare per ciò grande fatica. Oltrecchè, avete voi mai fissato attentamente gli occhi di Saint-Clare? Hanno veramente qualche cosa di singolare; quando egli parla risoluto, par che saettino fuoco, si che io stessa ne sono sbigottita. Ottengo assai meno io col mostrarmi adirata, col gridare, ch’egli non faccia con un solo sguardo. Oh, certo, egli ottiene quanto desidera; ma è a dolere, che non voglia mai pensare alla condizione in cui son io. Vi chiarirete fra poco, che non è possibile ridurre i negri al loro dovere, ove non si faccia uso di estrema severità, tanto sono malvagi, astuti, pigri!»

— «Sempre la stessa canzone — disse Saint-Clare rientrando improvviso; — che terribile conto dovranno rendere nell’ultimo di queste sgra-