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la capanna dello zio tom


quando si accorse che quello straniero la fissava con occhi di stupore e non velata concupiscenza. Gli abiti, che le si attagliavano con bel garbo alla persona, faceano spiccar viemmeglio la forma delle sue membra ben tornite e delicate. Le sue mani affilate, una nocca delicata, l’avvenente picciolezza de’ suoi piedi eran pregi troppo notevoli perchè sfuggissero all’occhio indagatore d’un mercante che solea giudicare, a primo sguardo, le qualità d’un articolo femminino.

— «Che volete, Elisa?» chiese il padrone, mentre la guardava con esitanza.

— «Veniva in cerca di Arrigotto.»

Il fanciullo si slanciò verso la madre, mostrandole il grappolo d’uva che avea raccolto nel lembo della sua tunicella.

— «Conducetelo pure con voi» disse Shelby; e quella senza indugio si tolse in braccio il fanciullo ed uscì dalla sala.

— «Per Giove! — disse il mercante volgendosi a Shelby con atto di meraviglia; — questo è un articolo! Con questa donna potrete fare quandochesia la vostra fortuna a Nuova Orleans. Vidi sborsar migliaia di dollari per altre tali che certo non valean questa.»

— «Non ho bisogno di far per tal modo la mia fortuna» disse Shelby con mal garbo; e, per deviare il discorso da questo argomento, cavò il turacciolo ad una bottiglia di vino, ne versò al compagno, chiedendogli come lo trovasse.

— «Eccellente! di prima qualità!» — rispose il mercante. Rivolgendosi quindi a Shelby, e ponendogli famigliarmente una mano sopra la spalla: — «Orsù — gli domandava — quanto volete di quella donna? quanto debbo offrirvi?»

— «Non è da vendere, signor Haley — rispose Shelby; — mia momoglie non la cederebbe per tanto oro quanto pesa.»

— «Già, già, le donne dicon sempre così perchè non si intendon di calcolo. Fate lor vedere quanti nastri, quante catenelle, quanti orologi si potrebbero comperar con quell’oro, e subito muteran consiglio.»

— «Haley, ve lo ripeto, è inutile parlarne ancora. Vi ho già detto di no, e ho risoluto di no» disse Shelby con fermezza.

— «Mi cederete almeno il fanciullo! — riprese il mercante di schiavi. — «Vi dovete essere accorto come ne sono invaghito.»

— «E a che potrebbe mai servirvi quel fanciullo?» domandò Shelby.

— «Ho un amico che questo anno tiene un tal ramo di commercio, e che alleva bei fanciulli per venderli poi sul mercato; articoli puramente di capriccio che li compera chi può pagarli. Sono adattatissimi a servir di lacchè, servire a tavola, aprir le porte, far codazzo ai loro padroni, aspettarli nelle anticamere. Costano una bella moneta; e quel diavoletto che gesticola e canta così bene, sarebbe appunto il mio articolo.»