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la capanna dello zio tom


      — «Non temete; gli altri potrebbe pervertirli forse; ma in quanto ad Eva, il male passa sul suo cuore come l’acqua sulle piume d’un cigno.»

— «Non state a troppa sicurtà, cugino; per parte mia io so che non lascerei giuocare uno de’ miei fanciulli con Topsy.»

— «Io invece lo permetto a’ miei: quando Eva ne avesse a riuscir contaminata, essa lo sarebbe assai prima d’ora.»

Topsy sulle prime era stata disprezzata dalle principali persone di servizio, ma ben tosto esse dovettero cangiar d’avviso, dappoichè ebbero ad accorgersi che chiunque aveva a ridire sul conto della piccola negra, gli avveniva di certo cagione di pentirsene. Ora un gioiello favorito che gli mancava, ora una veste di gala; altre volte invece il nemico di Topsy urtava senza saper come in un serbatoio d’acqua bollente, o gli si arrovesciava in capo un diluvio d’acqua sporca quando si trovava in gran toilette. Far ricerche per scoprire l’autore di quelle domestiche imboscate era inutile; per far che facessero, a niuno era dato di venirne a capo. Spesso Topsy era citata e tradotta in giudizio come prevenuta; ma essa sosteneva l’interrogatorio con tale imperturbabilità, che ne imponeva a’ suoi giudici; e quantunque tutti fossero persuasi ch’era dessa la sola colpevole, niuno però poteva giustamente accagionarnela per mancanza di dati convincenti.

Le sue scappate erano sempre fatte a tempo opportuno. Per vendicarsi un tratto di Giovanna e di Rosa, essa approfittò d’un giorno in cui le medesime erano in disgrazia, e la padrona era per nulla disposta ad ascoltare le loro lagnanze. In breve, Topsy fece capire a tutti che bisognava lasciarla fare a suo senno chi volesse viver tranquillo.

Topsy imparava ogni cosa le venisse insegnata con una celerità prodigiosa, e mostrava somma scioltezza in tutte le operazioni manuali. In poche lezioni ella ne seppe abbastanza per mettere nella stanza di miss Ofelia un ordine incriticabile; e per verità sarebbe stato impossibile aggiustare con maggior diligenza gli origlieri, unire meglio le coperte del letto, e pulire così bene in ogni parte il pavimento ed i mobili. L’unica cosa che le si potesse rimproverare in questa bisogna era che non tutti i giorni ella avesse la mente a tanta diligenza; ed ogniqualvolta miss Ofelia cessasse dal sorvegliarne il lavoro, dessa metteva tutto a soqquadro nella stanza, e ne faceva una confusione da carnevale. Invece di rifare il letto, Topsy si divertiva a levar le fodere ai cuscini, a strofinarci contro la sua testa lanuta, che si coronava d’un grottesco diadema di piume, arrampicarsi alle cortine del letto, far l’altalena, metter sossopra coltri e lenzuoli, vesti, infine il capezzale del costume di miss Ofelia, e improvvisar seco un dialogo, canti e poi fischi che toglievano gli orecchi, e ritta in piedi dinanzi allo specchio faceva mille strani visacci, dandosi spettacolo a se medesima; era insomma un vero subisso e un rovinìo.