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la capanna dello zio tom


mente perdo la pazienza e le dico: Guardate, signora, le vostre belle manine, le vostre dita bianche, affilate, risplendenti di anelli, come i nostri gigli cospersi di rugiada; guardate ora le mie manaccie nere, callose. Non vedete voi chiaramente che il Signore destinò me a far croste di pasticci, e voi a trattenervi nella sala di conversazione? Mi lasciai sfuggire questa insolenza, signor Giorgio.»

— «E mia madre, che vi rispose?»

— «Che diss’ella? mi fissò in volto que’ suoi grandi occhi pieni di dolcezza. «Ebbene, zia Cloe — mi rispose — credo che abbiate ragione,» e tornò in sala di ricevimento. Avrebbe dovuto rompermi il capo per castigarmi della mia tracotanza. Ma, comunque sia, non posso soffrire che le signore stiano in cucina.»

— «E faceste un famoso pranzo; mi ricordo che tutti ne parlavano» disse Giorgio.

— «Se ne parlavano! lo so anch’io. Non andai forse ad origliare dietro l’uscio della sala? Non vidi forse il generale Knox che porse ben tre volte il suo piatto chiedendo di quel pasticcio, e dicendo: «Avete una cuoca non comune, signora Shelby!» Io non poteva più capir nella pelle.»

— «Il generale si intendea molto di cucina — soggiungea la zia Cloe con aria di sussieguo; — che uomo garbato quel generale! discendente da una delle migliori famiglie dell’antica Virginia! Se ne intende quanto, io, quel signor generale! In un pasticcio si hanno a notar molte cose signor Giorgio, e non tutti san giudicarne; ma il generale se ne intendeva; me ne accorsi da alcune osservazioni che fece in proposito; se ne intendeva davvero.»

Il padroncino era ormai giunto a quel segno, in cui anche il giovanotto non si sente in grado di trangugiare un boccone di più; allora potè notare le teste lanose e gli occhi brillanti che dal lato opposto della camera seguivano avidamente tutti i suoi movimenti.

— «Venite qua, Mosè, Pietro — diss’egli, spartendo loro i rimasugli della cena; — volete ben qualche cosa, non è vero? Orsù, zia Cloe, apprestate loro qualche focaccia.»

E Giorgio e Tom corsero ad accomodarsi sopra due seggiole presso il camino, mentre la zia Cloe, dopo che ebbe lor ammanito un buon piatto di frittelle, si tolse sulle ginocchia la sua figliuolina, e cominciò a riempiere alternativamente la bocca di quella e la propria. Mosè e Pietro parvero più soddisfatti di mangiar sotto il tavolo, ora avvoltolandosi per terra, scambiandosi tratto tratto dei pizzicotti, e ora tirando i piedi della lor sorellina.

— «Volete finirla? — gridava la madre, dimenando un piede alla cieca sotto la tavola, ogniqualvolta il baccano diventava insopportabile; — non