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la capanna dello zio tom


gono essi in vendita il fanciullino, mentre, strillante, tenta aggrapparsi alla veste di lei? Non istrappano forse la moglie dal marito? — disse zia Cloe cominciando a singhiozzare — e non è forse lo stesso che toglier loro la vita? E mentre fanno cose tali, ne senton forse rincrescimento, cessan forse di bere, di fumare? Cosa farà il diavolo se non è per afferrare costoro?» E qui la zia Cloe, copertasi il volto col suo grembiale, ricominciò a singhiozzare senza riguardo.

— «Pregate per coloro che fanno del male, come si legge nel buon libro» disse Tom.

— «Pregare per essi? — disse zia Cloe. — Oh è troppo, signore! Non posso pregare per essi.»

— «È la natura che te lo vieta, Cloe, e la natura è forte — soggiunse Tom; — ma la grazia del Signore è più forte ancora. Considera d’altra parte in quale tremendo stato dee trovarsi l’anima di una creatura che è capace di far cose tali. Devi ringraziar Dio di non somigliarle, o Cloe. Certamente, vorrei esser venduto, venduto le mille volte, piuttosto che avere a rendere il conto che quella sventurata anima dovrà rendere a Dio.»

— «Così pensiamo noi pure — disse Giacomo; — non è vero, Andrea?»

Andrea crollò un tantino le spalle, e fece uno sibilo in segno di approvazione.

— «Sono contento — disse Tom — che il padrone non sia uscito stamane, come pare ne avesse intenzione. Tutto che sarebbe stato per lui cosa ben naturale, avrebbe fatto gran dispiacere a chi lo conobbe piccolino; ma ho veduto il padrone, e cominciai a rassegnarmi al volere di Dio. Il padrone non potea fare altrimenti, e perciò fece bene; ma temo che le cose piegheranno in male quando io non vi sarò più. Il padrone non può sorvegliare, come faceva, ogni cosa all’intorno, non può badare a tutto. I servi hanno buona volontà, ma sono estremamente indolenti. Ecco ciò che mi contrista.»

S’udì una scossa di campanello, e Tom fu chiamato in sala.

— «Tom — cominciò il padrone con voce amorevole — debbo annunziarti che io promisi a questo signore mille dollari se tu non ti trovi pronto quando egli abbia bisogno di te; egli deve partir subito per alcune sue faccende, onde, per quest’oggi, puoi attendere liberamente ai fatti tuoi. Va, figliuol mio, dovunque ti piace.»

— «Vi ringrazio, padron mio,» disse Tom.

— «E ricordati bene — disse il negoziante — che non devi fare al tuo padrone una delle solite vostre burle da negri; perchè, se tu manchi, esigerò sino all’ultimo quattrino. Se ascoltasse il mio consiglio, non si fiderebbe di nessuno di voi.»

— «Signor Shelby — disse Tom, e alzò la fronte — io non avea più