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Pagina:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu/131

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non si sorprende in marcia o nel mezzo d’una evoluzione; perchè non bisogna mai avventurarvisi contro, senza prima aver messo dalla sua tutte le maggiori probabilità di riuseita; ma una volta decisi alla carica, si cessi da ogni riflessione e si dia dentro a testa sotto e a tutta corsa contro le baionette nimiche. È fuor di dubbio che se la prima riga dei cavalli arriva ad urtare la fronte della fanteria, questa n’andrebbe rotta, sbaragliata, dall’impeto della procella equestre.

I mezzi tattici più vantaggiosi alla cavalleria nelle condizioni del tiro attuale, bisogna esaminarli prima di tutto contro fanteria spiegata, poi contro fanteria in quadrato, indi contro le masse.

Contro fanteria spiegata bisogna cercare tutti i vantaggi elementari ch’essa potrebbe presentare o pel marciare in disordine, o per l’eseguire qualche mossa di fianco senza aver le sue distanze; ma se si trattasse di fanteria in battaglia, bisognerebbe cercare di mandar contro essa degli esploratori a caracollare e galoppare qua e là per sollevar polvere se si avesse innanzi terreno asciutto, a scopo di coprire le proprie disposizioni; ovvero, farsi sotto, profittando delle ondulazioni del suolo e di tutto ciò che può fare schermo alla propria marcia; e specialmente d’un pendìo in senso ascendente verso il nimico, perchè allora la fanteria tira quasi sempre troppo alto; insomma fare in modo di non essere veduti, prima d’un 500 metri.

All’infuori di questi oasi particolari da non trascurarsi, l’attacco della fanteria spiegata, che bisogna sempre supporre fortemente appoggiata alle ale, dovrebbe farsi con cariche successive, per tenerla sotto un pericolo prolungato e continuo, che finisce sempre col dar passaggio a qualche scaglione della carica.

La condizione delle cariche successive consiste a separare le suddivisioni della colonna a tali distanze, che respinta la prima, ritraentesi dalle ale, scuopra l’altra abbastanza in tempo, per non arrestarla col suo ingombro, affinchè non rimanga interrotto il succedersi incessante delle cariche. Perciò è ne-