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Pagina:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu/44

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S’opporrà, come al solito, il cavallo, il servizio, la bardatura, tutte cose che assorbono gran tempo; ma è forse questa una difficoltà insuperabile?..... Si faccia il governo dei cavalli una sol volta, ed ecco trovato il tempo per l’insegnamento primario.

Ogni anno per due o tre mesi consecutivi nella buona stagione, i sottuffiziali e caporali d’ogni squadrone dovrebbero esser condotti alla campagna da un uffiziale capace, e far pattuglie di 4 in 6 uomini alternamente comandate da ciascuno, per impararvi la maniera di condurle, di collocar le accolte, dar le consegne e il cambio, riconoscer terreni o paesi, rilevarne gli accidenti, pigliar lingua, valutar distanze, stimar larghezze di strade e fare rapporti concisi, verbali e scritti.

Quest’inseguamenti, applicati al terreno, ne svilupperebbero l’intelligenza e v’acquisterebbero le cognizioni di guerra.

Negli uffiziali si farebbe nascere la necessità dello studio col distribuirgli ogni anno nel tempo delle ispezioni un programma di quesiti da risolvere sulla storia, sull’arte militare, sulla geografia, sulla topografia, sulla tattica e sull’ippiatrica. I dintorni della guarnigione si spartirebbero tra loro per ricognizioni di cui renderebbero conto in iscritto, aggiungendovi un bozzetto del paese a maggior chiarezza.

Le risposte e i disegni sottoposti al generale ispettore servirebbero a classificarli secondo il merito, e i primi portati sulla lista d’avanzamento avrebbero soli il diritto di concorrere all’esame pel grado maggiore, qualora a regolare condotta morale e civile congiungessero le altre istruzioni pratiche indispensabili.

La stessa cosa dovrebb’essere per Capitani ed Uffiziali superiori, i quali anch’essi per mezzo dei Colonnelli riceverebbero dal Corpo di Stato Maggiore un programma d’ordine assai più elevato, per dar prova dei loro talenti ai carichi superiori, e regolarne l’avanzamento.

In questo modo si ecciterebbe lo zelo e il bisogno d’istruirsi in ciascheduno, e sarebbe spezzata una volta quella barriera