Pagina:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu/50

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rapidamente dall’ordine piagato o di debolezza all’ordine spiegato o di forza, riusciranno sempre correttamente eseguite a qualunque andatura; e i maggiori spazi che separano oggi dal nimico, per la potenza delle armi rigate, saranno rapidamente superati, senza che all’arrivo manchi la forza all’urto e la lena ad un rincalzo o ad un velocissimo ritorno; — ma coteste evoluzioni siano pur semplificate e ridotte di tutti quegli inutili movimenti di pace; — movimenti complicati e pedanteschi, i quali fanno perdere un tempo prezioso, che potrebbe esser più utilmente impiegato a meglio insegnare quei pochi movimenti utili, che in un’arma tutta impulso sono i soli in rapporto colla sua natura.

Negli esercizi, non bisogna far le cariche moderate, perchè si rischia lo siano ancor più dinanzi al nimico, e i soldati al primo disordine si crederanno perduti1. Bisogna invece abituarveli a carriera lanciata e dopo 40 o 50 metri di quell’andatura, fermarli di tratto prontamente e non per gradi, indi lentamente avanzando riordinarli subito, senza curare se più non siano a posto, per avvezzarli a considerare quel disordine apparente, come una circostanza abituale, a cui si ripara facilmente, senza che ne venga danno. Dato il segno di fermarsi, staccar subito una partita di foraggieri a rincalzare il nimico; — riordinate le file, suonare il serra-truppa e ridar la carica alla seconda linea. — Gli esercizi di pace no debbono essere che la ripetizione di ciò ch’è utile e possibile in guerra2.

Sarebbe pur bene far comandare talvolta il reggimento al-


    non sono abbastanza padroni dei loro cavalli.... nè posseggono la necessaria destrezza nel superare gli ostacoli del terreno.» Istruzioni dell’Arciduca Alberto, date ai Generali ed Ufficiali superiori dell’esercito austriaco per la campagna del 1866 in Italia. — Parte 2ª. Caratteristica dell’avversario.

  1. V. Marmont (duc de Raguse), Esprit des institutions militaires. Cap. 1, Sez. 2, pag. 53.
  2. «Presso i Romani gli esercizi erano combattimenti senza effusione di sangue, e i combattimenti sanguinosi esercizi.» Flavio Gioseffo, Delle antichità giudaiche.