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cilmente; e quando son piene riescono voluminose, e sbattono sui fianchi, con incomodo evidente del cavallo e del cavaliere.

La razione di foraggio sia ridotta a corda; ed, avvolta strettamente su se stessa, formi due bassi cilindri, che uniti con una cordicella, scendano sul dinanzi dietro le saccoccie.

La briglia è pesante, carica troppo la testa del cavallo, la incomoda per la sua complicazione, o la tien chiusa come in una rete.

Il corame v’è profuso con un lusso che non si sa spiegare. — Doppio sopraccapo; doppie sguancie; doppio sottogola; undici fibbie; e treccie, e piastrette per Ussari e per Guide.

In marcia o in campagna, vi si aggiunge ancora la più brutta ed incomoda capezzaccia da stalla in maschereccio, di 700 grammi di peso, e assai più di sudiciume e d’indecenza.

Tutti i corpi di cavalleria l’hanno uguale, compresi eziandio i reggimenti di formazione posteriore agli Ussari, quantunque questi ne avessero già una assai più leggiera, economa e razionale.

Questa briglia, che lascia la testa assai più sgombra, e non ha tante fibbie inutili, dovrebb’essere adottata, facendovi però alcune leggiere modificazioni per renderla ancor più semplice ed economica.

La sguancia di destra dovrebbe prolungarsi in modo da formare essa sola il sopraccapo e il riscontro della sguancia sinistra. Le fibbie sarebbero così ridotte a cinque, cioè; sguancia di sinistra, sottogola, museruola e due portamorsi. — Le treccie colla piastretta vi sarebbero tolte, perchè la cavalleria, essendo fatta per la guerra, non deve aver cose che alla guerra non abbiano scopo.

La capezza da scuderia sarebbe in corame nero, perchè più forte e di maggior durata; avrebbe frontale, museruola con anelli quadrati alle sguancie, e sottogola ricavato dalla larghezza del sopraccapo. In marcia o in campagna, si lascerebbe al deposito, e sarebbe surrogata da altra capezza fatta con un solo pezzo di corda incatramata. Questa capezza costa