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Pagina:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu/88

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La formazione in battaglia, quando una parte della colonna ha cambiato direzione1, è una evoluzione composta che, senza pretenderla interamente impraticabile di fronte al nimico, potrebbe talvolta venire opportuna; ma è però incompleta, quantunque il regolamento v’impieghi sette pagine di minuziose spiegazioni. Vi si dànno i mezzi di formarsi facendo fronte dinanzi o indietro all’intera direzione; ma non si suggerisce il modo di potersi spiegare sulla nuova direzione, equivalente alla destra o alla sinistra dell’antica. Eppure è ciò indispensabile, pel principio che in tutte le posizioni bisogna essere in grado di far testa d’ogni parte; e nel caso nostro, semplicissimo ne sarebbe il modo2.

Supposto che una parte della colonna avesse cambiato direzione a destra, lo spiegamento potrebbe farsi a scaglioni, prolungandosi a sinistra della nuova direzione; o meglio, con uno spiegamento innanzi a sinistra degli squadroni che già la seguono, e simultaneamente con una conversione a destra con plotoni, per gli altri che non v’entrarono. Gli stessi movimenti in senso inverso avrebbero luogo, se parte della colonna avesse cambiato direzione a sinistra.


    al principio del combattimento per l’imprudenza d’aver fatto fronte indietro sulla testa della colonna, avente a tergo la cavalleria russa, che profittò accortamente di quell’errore. — Questo fatto suggerisce al suddetto autore le seguenti considerazioni: «Molti capi vogliono far pompa di sapere, perchè non hanno abbastanza istruzione od esperienza di guerra a conoscere il pericolo in cui si mettono, voltando il tergo o prestando il fianco con movimenti complicati e di molti comandi.» Emploi. De la cavallerie à la guerre, Art. 1, pag. 78.

  1. Vol. 3. del Regolamento § 1831 al 1838, pag. 236 alla 344.
  2. La troppo elastica avvertenza del § 1763 del regolamento, in cui è detto che — «per maggior brevità non ha precisati tutti i movimenti... ma ha somministrati sufficienti dati e mezzi onde poter provvedere ad ogni emergenza» non è da applicarsi al caso nostro; perchè i movimenti che la teoria insegna, dovendo considerarsi movimenti di base, debbono esser pochi, ma completamente sviluppati.