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Pagina:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu/89

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È vero che nel secondo modo di spiegamento gli squadroni si troverebbero invertiti nella linea, cioè: 6°, 7°, 4°, 1°, 2° e 3°; ma ciò nulla toglie allo scopo del movimento, e si vedrebbe colmata la lacuna del regolamento con evoluzioni le più semplici e veloci in ogni caso, ed eseguite con comandi che pur vi sarebbero brevissimi1.

Anche la formazione per far fronte indietro dell’antica direzione non potrebbe eseguirsi senza pericolo, come il regolamento ce la insegna; perchè presenta gli stessi inconvenienti che già accennammo nelle formazioni indietro sulla testa della colonna.

Il modo più semplice e sicuro quando una parte della colonna avesse cambiato direzione a destra, sarebbe ad essa un movimento simultaneo di plotoni a destra, ed agli altri un fronte indietro a sinistra per lo spiegamento sulla coda della colonna2. Così si farebbe fronte al nimico con un movimento simultaneo, e la frazione a lui più prossima opporrebbe immediatamente una testa di resistenza, che potrebbe prevenirlo ne’ suoi attacchi.

Le formazioni centrali3 sono evoluzioni pericolose, da usarsi colla massima circospezione, e sempre a gran distanza dal nimico; perchè richiedono quattro movimenti e la marcia in colonna, voltando le spalle alla primitiva direzione durante la loro esecuzione.

«L’intervallo che esiste tra una disposizione che si cambia per prenderne una nuova, è un momento di debolezza da cui

  1. I comandi del colonnello (secondo il sistema del regolamento) sarebbero nel primo caso — Sul 1° squadrone a scaglioni a distanza intera (o a mezza distanza) — spiegate la colonna.
    Nel secondo caso — Avanti diagonale a sinistra e a destra in battaglia — e viceversa, se parte della colonna avesse cambiato direzione a sinistra.
  2. Si comanderebbe — A destra — e sulla coda della colonna — fronte indietro in battaglia — diagonale a sinistra, — e viceversa se parte della colonna avesse girato a sinistra.
  3. Vol. 3 del Regolamento, § 1839 al 1844, pag. 244 alla 249.