Pagina:La coltivazione degli olivi.djvu/77

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66 degli ulivi

Quando tocco dal fulmine, o da schifo
Attossicato vermine si crea
340Non sanabil gangrena, e si distacca
L’enfiata scorza, e di nemica morte
Crescendo ognor l’intero arbor minaccia,
Puôssi a mezzo arrestar con taglio industre
L’orrida peste, e a nuova vita in tutto
345Restituir la rediviva pianta.
Forse vero non è, ma comun grido
Fede acquista nell’Arcáde terreno,
Terren d’aurei costumi un dì ricetto
E di turbe innocenti, a cui fean dono
350Di lor presenza e di lor vista i numi:
Tanto sopra ogni uman fasto nemico
Umiltate esaltar sempre lor piacque.
Fama è che d’ospitali ombre cortese
Verde sorgesse immenso annoso faggio
355Sovra i colli d’Arcadia, onor de’ boschi
Primo, amor delle ninfe ed a’ pastori
Seggio, e agli armenti contro il sol difesa,
Quando sublime i paschi arde e scolora.
Usate a convenirvi eran le sparse
360Del contado famiglie, o bello indìce
Amor di nozze genîal convito,
O tetro influsso agli animali, volga
L’alme a pietade, e sagrifizj intimi.