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Ebbene: sapete voi quante volte all’anno sia applicato in media questo articolo? Trentotto volte. Ed io mi permetto di credere che questa cifra sia troppo misera in un paese di 34 milioni di abitanti, dove i genitori «che abusano della patria potestà, violandone e trascurandone i doveri», sono certamente e pur troppo assai più.
Non è un delitto contro l’infanzia il lasciare i figli in balìa di genitori indegni, che li sfruttano o li corrompono? Non dovrebbero i magistrati applicare quell’articolo in ben altra e meno irrisoria misura, se fossero veramente pensosi di togliere i fanciulli da ambienti che li depravano?
Ma vi è di più e di peggio. La privazione della patria potestà, in seguito a condanna penale, è obbligatoria solo nel caso di condanna all’ergastolo. Per condanne minori, la legge lascia al criterio dei magistrati la facoltà di infliggere questa privazione; e i magistrati, per indolenza, o per dimenticanza, la infliggono assai di rado. Su 2000 condannati (in media all’anno) a più di 5 anni di reclusione, la patria potestà non fu tolta che a 43. Tatti gli altri genitori-delinquenti conservarono interi ed intatti i loro diritti sui loro figli. Con quale influenza sull’educazione di questi disgraziati si può facilmente immaginare!