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maltrattamenti, che erano 272 nel 1891, sono a poco a poco salite (e salite sempre regolarmente d’anno in anno, il che dimostra che il fenomeno doloroso non è purtroppo un’accidentalità, ma una regola dell’epoca nostra) fino alla cifra di 609 nel 1900: vale a dire, che in dieci anni sono più che raddoppiate.
La conclusione, che sgorga da queste constatazioni di fatto, è molto semplice: non c’è, in chi dovrebbe averla, la preoccupazione costante di proteggere il fanciullo dai delitti che si commettono contro di lui, di toglierlo da ambienti famigliari, ove non può che degenerare: i magistrati cioè non approfittano della facoltà che dà loro la legge.
A questa fiacchezza deplorevole della magistratura può essere posto rimedio, stabilendo per legge (come vuole in alcuni casi il progetto Giolitti) la decadenza della patria potestà, anzichè lasciare la facoltà di pronunciare questa decadenza all’arbitrio del giudice. E noi facciamo voti che tale riforma sia approvata dalla Camera.
Ma in quell’indolenza della magistratura noi vediamo qualche cosa di più che non un errore facilmente riparabile da una tassativa disposizione di legge, — noi vediamo il sin-