Pagina:La desinenza in A.djvu/201

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crede, s'informi. Ci ha pochi di mia conoscenza che non le abbiano dato, almeno una volta, del tu, tanto che Elda, narrando i densi amori di lei, dicèa: «la tale università, il reggimento talaltro.» Uno, che avesse varcato le soglie della sua casa, dovèa èssere a tutto disposto. O si fosse sgrossati con il falcetto o raffinati col temperino; si fosse o marci come selvàtici o acerbi quài cetrioli, ella dava a chiunque ospitalità e da tutte le parti. Preferiva, peraltro, la cipolla al tartufo; cioè le garbava l’amore che odorasse un pochetto di lavandino o di stalla; e però i suoi domèstici èrano gente atticciata, dal collo toroso e dalle spalle quadre; non persone, stature; che ella solo ingaggiava — nuova Marulla — dopo di averli ben soppesati; poi, se la notte, nel riveder la coscienza, la si trovava, con istupore, colpévole di nessuna colpa, e, incominciata a inquietarsi della anormale sua castità (poiché Natura, disse la fisica antica, abhòrret a vacuo) finiva col spaventarsene e accendèvasele il sangue — mandava tosto in scuderìa o in cucina pel primo che capitasse o lavapiatti o scozzone, salvo cacciarlo, lì sui due piedi, dal tàlamo e di palazzo, se il pòvero stipendiato vicemarito, nel contentarla, dimenticava di chiamarla «eccellenza.» — Delle sue pazze, delle sue cupe avventure ne ribòccan le terre. Elda, come la lupa di Ezechiel divaricàvit tibias suas sub omni àrbore. E noi udimmo di bagni di vino del Reno in cui s’immergeva in presenza dell’amoroso