Pagina:La donna italiana descritta de scrittrici italiane, 1890.djvu/19

Da Wikisource.

— IX —


ma l’idea del bene, gli sfavilla d’innanzi, e il perfezionamento proprio ed altrui gli apparisce di sublime amabilità: egli è combattuto, travia, ma gli occhi si volgono sempre a quel punto in cerca di pace. Però, mortagli Beatrice, va alle scuole de’ religiosi, com’ei narra nel Convito, e studia Filosofia e Teologia. Or che cosa gli accadde? Il vero, già trovato, se ti fermi a considerarlo, ha una sua bellezza; bellezza d’intellettuale perfezione in ogni e singola verità, primo fulgore di bellezza nell’ordine loro; e l’uomo di fervida fantasìa se ne commuove, veste d’immagine i concetti, e nella bellezza loro s’esalta piucchè nella lor verità, cioè considera il vero in quanto e’ trae ad ammirazione: ed ecco la Poesia della Sapienza.

Allora nell’animo dell’Alighieri, per ispontaneità del suo ingegno, le astratte contemplazioni s’unirono all’usate fantasie ed agli affetti più cari; l’amante, il cittadino, l’uomo di parte s’unificò in unità nuova coll’alto contemplatore, e tutto divenne simbolo senza perdere la realtà. Egli vide in Beatrice la Donna sua, e ad un tempo la sapienza di Dio; in Virgilio il suo Poeta ed insieme la ragione dell’Uomo; ne’ tre Regni sovrannaturali, oltre la Religione, vide mali, rimedj e perfezionamento di sè, della Patria, del Genere umano: ogni cosa in un tutto, senza togliergli nulla; idea, immagine, affetto, simbolo e realtà, verosimiglianza e storia, fede e ragione, filosofia e poesia, scienza ed arte, la santità e l’affetto della terra, il contemplatore, il soldato di Campaldino, il Priore di Palagio, l’esule iracondo, il guelfo della Chiesa e del suo Comune, il ghibellino dell’Impero, il sapiente che fa parte da sè stesso; ogni idea, ogni passione, ogni stile, tal è l’Alighieri. Chi divide alcunchè da questa unità, non lo riconosce più, non intende un fatto che sorge dalla natura dell’uomo.