Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/101

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— Vattene, le disse. Ho spezzato e dimenticato tutto.

La greca si raddrizzò come una verga di ferro fino allora piegata. I suoi occhi s’infiammarono d’ira e di vergogna.

— Per chi è che tu m’hai dimenticata? chiese ella con voce stridente.

— Per Fathma!

— Ah! traditore!

Si scagliò innanzi come una belva; aveva in mano un pugnale che alzò.

— Abd-el-Kerim, noi siamo soli e tu sei in mia mano!...

— Uccidimi se ti piace; io morrò più presto.

— No, sarebbe una morte troppo dolce. A me occorre una vendetta raffinata, una vendetta lenta, una vendetta terribile. Ah!.. continuò la greca con ira, tu credevi di tradire così la superba Elenka? Ebbene, t’inganni. Ho una rivale, questa rivale si trova al campo d’Hossanieh, io la raggiungerò e le farò uscire il sangue goccia a goccia!...

Vi era un tale accento d’odio, un tale accento selvaggio e guizzava un baleno così feroce negli occhi della greca, che l’arabo indietreggiò sino al muro inorridito, spaventato.

Comprese subito che era finita tanto per lui quanto per Fathma e che non vi era da sperare nessuna pietà da quella superba creatura divorata dalla gelosia a assetata di vendetta. I capelli gli si rizzarono sulla fronte.

— Elenka, diss’egli con voce angosciata, nella quale sentivasi la preghiera e la minaccia. Straziami il cuore se vuoi, ma non toccare l’almea. Guai se tu le torci un sol capello, guai a te!

Un riso stridulo e beffardo uscì dalle labbra contratte della greca.

— Vi schiaccerò tutti e due sotto i miei piedi!

— Taci, miserabile, taci!

La greca camminò fino alla porta, poi volgendosi verso di lui colle mani tese:

— Abd-el-Kerim, diss’ella, cupamente. Trema!... Trema!