Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
134 |
— Che fate ora? chiese Notis dopo qualche istante di silenzio.
— Faccio arrestare Fathma e condurre sotto buona scorta a Chartum.
— Ma Abd-el-Kerim la seguirà, innamorato come è, e potrebbe corrompere la scorta e liberare la prigioniera.
— Lo so, ma Abd-el-Kerim lo terrò al campo.
— Ho anzi qui una lettera del governatore di Chartum, il quale vi impone di condurre con voi Abd-el-Kerim ricorrendo, qualora vi fosse bisogno, alla forza.
— Come mai al governatore saltò in capo di obbligarmi a fare questo? chiese Dhafar, leggendo la seconda lettera che il greco aveva levata dalla saccoccia.
— L’ignoro, ma probabilmente deve esserci il suo perchè.
Dhafar guardò fissamente Notis e scosse il capo.
— A chi affiderete il comando della scorta? incalzò il tenente.
— Ad uno dei miei aiutanti di campo.
— E perchè no a me?
Un risolino malizioso apparve sulle labbra del pascià.
— Perchè potreste fare quello che farebbe Abd-el-Kerim. Mi dissero che la causa del duello fu una donna e questa donna è precisamente la stessa che voi accusate. Basta così, ubbidisco e voi ubbidite.
Il greco a mala pena frenò un motto di dispetto Dhafar pascià battè tre volte le mani nel momento istesso che al di fuori echeggiavano le trombe e rullavano i tamburi.
Un aiutante di campo accorse.
— Prendete con voi dieci uomini, gli disse il pascià, e andate ad arrestare Fathma. Viva o morta la condurrete qui.
L’aiutante di campo s’inchinò, uscì e chiamò dieci soldati, ai quali fece caricare le armi e inastare le daghe. Stava per dare il comando di marciare quando fu raggiunto dal greco Notis.