Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/139

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Quando giunsero al campo il piccolo esercito ne usciva fra uno squillar acuto di trombe, un rullare fragoroso di tamburi e gli evviva della popolazione d’Hossanieh, accorsa in massa a vederlo partire. I fanti marciavano in testa coi fucili in ispalla e le bandiere spiegate, i basci-bozuk caracollavano superbamente ai fianchi, colle scimitarre in pugno, che brillavano ai raggi del sole equatoriale e l’artiglieria veniva dietro spalleggiata da una moltitudine di mahari, di cammelli, d’asini e di cavalli carichi di viveri, di munizioni e persino d’armi.

Dhafar pascià appoggiato alla sua scimitarra, con una sigaretta fra le labbra, circondato dal suo stato maggiore che teneva un piede nelle staffe degli ardenti corsieri, assisteva impassibile allo sfilamento.

Abd-el-Kerim fu il primo a presentarsi dinanzi a lui.

— Dhafar pascià, gli disse, piantandoglisi dinanzi con aria tutt’altro che rispettosa. Che scherzo avete voluto farmi?

Il pascià a quella domanda direttagli bruscamente e con tono quasi di minaccia, si volse colla fronte alquanto aggrottata.

— Ah! sei tu, Abd-el-Kerim! esclamò. Credeva che tu arrivassi tardi.

— No, arrivo in tempo, ma per chiedervi che scherzo m’avete fatto. Chi vi suggerì l’idea di far arrestare Fathma? Di che la si accusa?

— Sei innamorato di quella donna?

— Tutti lo sanno.

— Credi a me, dimenticala. Essa è una spia.

— Spia! spia! esclamò Fathma, facendosi innanzi coll’ira negli occhi. Mi accusi di essere una spia!

— Voi siete stato ingannato, Dhafar pascià, disse Abd-el-Kerim con violenza. Come accusare questa donna di essere una spia?

— Chi ve lo disse? chiese Hassara. Io rispondo di Fathma come di me stesso, Dhafar.

— Calma, calma amici, disse il pascià. Rispondi, Fathma. Non fosti tu a El Obeid la favorita del ribelle Mohamed Ahmed?