Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/233

Da Wikisource.

231

sterminate pianure del Kordofan, aride, sabbiose calcinate dagli ardente raggi del sole equatoriale. La vista che esse presentavano in quell’ora non poteva essere più sinistra, più bizzarra, più desolante.

Colline di sabbia formate dallo spirar furioso del simoum, si succedevano le une alle altre, in mille differenti guise, fino agli estremi limiti dell’orizzonte. Era molto se si scorgeva qualche palmizio intristito, ingiallito, morente di sete; era molto se vedevasi qualche gruppetto di cespugli uscire fra le sabbie accumulate. Non un tugul non un zeribak, nemmeno il più piccolo recinto che indicasse la dimora di qualche essere umano.

Lunghe file di ossa biancheggiavano lugubremente su quei polverosi terreni; ossa di cammelli, ossa di buoi e di cavalli ma non di rado anche ossa umane che torme di schifose jene e di sciacalli rosicchiavano avidamente manifestando la loro soddisfazione o la loro delusione con atroci scrosci di risa e con urla lamentevoli che si ripercuotevano di collina in collina.

Il guerriero di Abù-el Nèmr, dopo aver esaminato attentamente la pianura e di aver dato uno sguardo alla stella del nord per non smarrire la via, spronò il cavallo dirigendosi verso l’occidente. Fathma e Omar, dopo aver calato il cappuccio del taub sugli occhi per difendersi dalle sabbie e di aver collocato il fucile dinanzi alla sella, si misero dietro alla guida nel più profondo silenzio.

Faceva un caldo veramente terribile, quantunque la notte fosse di già assai inoltrata. Nessun soffio di vento spirava al disopra di quelle sconfinate e deserte pianure arse e riarse dal sole. Talvolta pareva che uscissero dal suolo vampe di fuoco.

I cavalli, uniti, a capo basso, grondanti di sudore, avanzavano con grande fatica e alzavano nubi di polvere impalpabile che penetrava negli occhi per quanto ben chiusi fossero, che penetrava nel naso nella bocca e nei polmoni rendendo la respirazione difficile e pe-