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Il 13 febbraio, nominato comandante supremo della spedizione, lasciava Suakim con uno stato maggiore composto di dodici ufficiali europei, dieci inglesi e due tedeschi.

Giunto a Chartum organizzava l’esercito incorporandovi Arabi, Egiziani, Etiopi e Basci-Bozuk e il 9 settembre mettevasi in campagna con 6000 fantaccini, 4000 basci-bozuk, ventidue cannoni, alcune mitragliatrici, 590 cavalli e 5500 cammelli.

Doveva avanzarsi lungo il fiume Bianco costruendo sei forti onde mantenere le relazioni e nell’ottobre o novembre dare battaglia alle orde del Mahdi.

Al forte di Kawa batteva i ribelli e poche settimane dopo tornava a vincerli, ma a nulla erano giovate queste vittorie.

Assalito continuamente, male organizzato, senza commissariato, senza mezzi di trasporto sufficienti, senza fondo di cassa, l’esercito s’era ben presto demoralizzato.

Hicks pascià aveva però tenuto fermo, e sfidando imperterrito le lancie dei mahdisti, la fame, la sete e il caldo, era finalmente riuscito a raggiungere El-Dhuem.

Riorganizzato alla meglio l’esercito erasi subito rimesso in campagna risoluto ad espugnare El-Obeid, la capitale del Mahdi, affrontando nuovamente altri ostacoli e altri pericoli senza nome. I soldati cadevano per la stanchezza, i pozzi erano pieni di cadaveri putrefatti appositamente gettativi dai ribelli, i cammelli insufficienti, i nemici sempre più accaniti.

Nella prima sola giornata di marcia aveva perduto sette ufficiali, cinquanta soldati e altrettanti cammelli per l’insoffribile caldo!

Il 10 ottobre, dopo un continuo scaramucciare, giungeva a Sange-Hamferid e agli ultimi di ottobre faceva accampare l’esercito sfinito, demoralizzato, a Kassegh, aspettando il momento opportuno per gettarsi su El-Obeid ed espugnarla.


La Favorita del Mahdi 17