Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/30

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a menadito e l’Hossanieh e il Sudan, e che si era proposto di raggiungere, nonostante che il paese fosse battuto da numerose orde del Mahdi, l’esercito di Hicks e di Aladin pascià che operava verso El-Obeid, la capitale del Kordofan.

I due mahari, appena che ebbero fiutato la vicinanza dell’accampamento, s’affrettarono ad allungare il passo, sicchè pochi minuti dopo arrivarono alle prime sentinelle, le quali conosciuto in coloro che li montavano due ufficiali, li lasciarono passare senza dare l’allerta nè chiedere chi fossero.

Abd-el-Kerim s’arrestò dinanzi alle ultime capanne d’Hossanieh.

— Dove vai, Fathma? chiese egli all’almea.

— A quella casipola che vedi laggiù sull’orlo di quel campo di durah, rispose Fathma con voce dolce. Non occorre che tu mi accompagni, il leone che uccise il povero Daùd non mi minaccia più.

Notis era disceso da sella e si era avvicinato al mahari dell’arabe. Egli tese ambe le mani, sulle quali s’appoggiarono i piccoli piedi dell’almea, tanto piccoli da muovere ad invidia quelli delle chinesi, e la depose a terra.

— Ci rivedremo ancora, adorabile creatura? domandò il greco.

Un sorriso leggiadro sfiorò le labbra di Fathma.

— Se Allàh lo vorrà, rispose ella.

— Proverei gran dispiacere se tu avessi a scomparire per sempre.

— Ah!...

— Sei bella, Fathma.

— Non te lo domando.

— Sei più bella delle urì del paradiso. Ed io...

L’almea gli lanciò un’occhiata fulminea e aggrottò la fronte.

— Notis, disse l’arabo gravemente.

Il greco, che stava allungando le braccia verso l’araba, si arrestò.

Allàh ybàrek fik, (Iddio ti benedica) disse Fathma, alzando le mani verso Abd-el-Kerim.