Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/31

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Si gettò la carabina ad armacollo, s’avvolse nel suo bianco taub e s’allontanò con passo rapido, con andatura fiera e maestosa facendo tintinnare graziosamente le numerose anella che ornavano le sue braccia.

— Per Allàh! esclamò Notis quasi con collera. Non ho mai trovato in vita mia un’almea simile. Da quando una donna che va a danzare pegli accampamenti, torce il viso per una parola melata?

— Ti sorprende forse? chiese Abd-el-Kerim, con un tono di voce sotto il quale sentivasi una leggiera vibrazione ironica.

— E sfido io!

— Fathma, non è un’almea comune.

— E nondimeno s’abbandonò fra le tue braccia. Ah! Abd-el-Kerim tu sei fortunato.

— Perchè?

— Avrei pagato mille piastre per sentirmela pur io adagiata sulle mie ginocchia, colla sua testolina appoggiata sul mio petto.

— Sei pazzo, Notis. Saresti per caso innamorato morto di lei?

— Non ti pare che sia bella?

— Più bella di tutte le donne che vidi da venticinque anni a oggi.

— Anche più bella di mia sorella Elenka?...

L’arabo preso alla sprovveduta si turbò e non rispose.

— Ah! fe’ il greco ironicamente. Elenka adunque la trovi inferiore a quell’almea, tu, l’innamorato, il fidanzato di mia sorella.

— Tu discorri senza riflettere, disse Abd-el-Kerim, rimettendosi prontamente, come vuoi che io, che adoro Elenka, trovi che un’altra donna, che non mi interessa nè punto nè poco, la sorpassi in bellezza? Hai torto di dubitare di me.

— Sono pazzo, amico mio, lo so, a dubitare di te. Orsù, riparliamo di Fathma.

— Come vuoi Notis.

— Sai innanzi a tutto chi è e da dove venga?