Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/104

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per lui un dovere servire il Sovrano senza discutere, e anzi senza farsi lecito di pensare neanche. Parlava ordinariamente il dialetto, e chiacchierando aveva per intercalare: vuie che dicite?1 Per lui il mondo si era fermato al 1789, e il Regno delle Due Sicilie non era compreso nell’Italia. Scaltro e forse scettico in fondo, il Troja copriva la scaltrezza con un manto d’ipocrisia untuosa; onde, avendo anche l’abitudine di tenere il capo sempre chino a sinistra, il Re lo chiamava Sant’Alfonso alla smerza, cioè Sant’Alfonso alla rovescia, perchè Sant’Alfonso de’ Liguori, del quale Ferdinando II era devotissimo, è dipinto con la testa inclinata sulla spalla destra. Il Troja era ritenuto uomo senza cuore. Ammalatosi di mal di pietra e curato dal chirurgo Leopoldo Chiari, ispirò al marchese di Caccavone questo spietato epigramma:

Soffre di pietra, spasima
E c’è a sperar che muoja
Don Ferdinando Troja ....
Nè per scoprir l’origine
Del male, il buon dottore
Chiari granchè fatica:
La cosa è chiara, il core
Gli è sceso alla vescica.

Ferdinando Troja era ministro dall’agosto del 1844, cioè dall’inizio della reazione, quando Ferdinando II, licenziati il principe di Cariati, Bozzelli, Ruggiero, Gigli e Torella, ultime larve di ministri costituzionali, nominò, in loro vece, degli assolutisti senza paura, come il Fortunato, il Longobardi e il Peccheneda, che fu promosso da prefetto a direttore di polizia. Ritenne del ministero Cariati i due militari, Ischitella e Carrascosa, che troviamo al loro posto negli anni dei quali discorro. Allora ministri e direttori duravano quasi a vita. Senza l’incidente di Gladstone. Fortunato sarebbe rimasto, chi sa per quanti anni, presidente del Consiglio e ministro degli esteri, perchè il re amava poco di vedere facce nuove. La indifferenza più apatica fu la caratteristica di quasi tutti quei ministri e direttori, che governarono Napoli e le provincie negli ultimi dieci anni. Alcuni, pur sapendo che il Re diffidava di loro, non sentivano il do-

  1. Voi che dite?