Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/287

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ed il bene del tuo paese. Il pubblico corrisponderà a sì nobile invito. Alla prova dunque„. E annunziava che la sottoscrizione si sarebbe aperta dal 30 maggio al 20 giugno di quello stesso anno 1855. La cauzione di centomila ducati la trovò in Inghilterra.


Che delusione! Dei cinquantacinquemila cittadini, che dovevano formare il capitale, non se ne trovarono mille. Nessuno preferì investire la rendita, il cui saggio ben superava la pari, in azioni della società ferroviaria che prometteva di più. Dal carteggio dei Casanova balzan fuori rivelazioni piccanti a proposito degli azionisti. Il ricco duca di Casalaspro sottoscrisse per dieci azioni; il conte e la contessa di Conversano per quattro; per dodici Curtopassi; per venti Antonacci, che fu nominato della commissione di vigilanza, come si chiamava il consiglio di amministrazione; non sono rammentati i banchieri napoletani ed esteri. Chi si adoperò molto a raccogliere sottoscrizioni fu Francesco Paolo Martinelli di Monopoli, cognato dell’Antonacci, e gli altri due cognati residenti a Trani, Giuseppe e Vincenzo Beltrani, benohè in quell’anno stesso i Beltrani avessero preso l’appalto del nuovo porto di Bari. Ci voleva ben altro! Visto l’insuccesso in Puglia, Melisnrgo corse laggiù per rialzare il credito dell’impresa, ma non ebbe fortuna. Lecce promise un concorso di due milioni, per il prolungamento della linea da Brindisi al capoluogo. Melisurgo non si diè per vinto, ma tornato a Napoli, non nascose i suoi tristi presentimenti. Gli piovevano domande d’impieghi e di appalti assai più che non piovessero sottoscrizioni, onde Cesare Casanova poteva scrivere al cognato Antonacci, in data 7 luglio:... "insomma in Napoli fino a che si è trattato di sottoscriversi, nessuno v’ha creduto, tutti hanno gridato la croce a Melisurgo; ora che si vogliono impieghi, la strada è certa, e Melisurgo un eroe!...„. E in altra lettera del 27 luglio malinconicamente... “E la strada? Ti dirò in confidenza che noi siamo sconfidati, e pare che a sconfidarsi incominci lo stesso Melisurgo. Anche voi in provincia, e siete forse piò interessati, avete fatto un fatto completo, e tu stesso lo confermi nella tua ultima a mammà. Dunque vergogniamoci tutti senza invidia l’uno dell’altro, e mettiamoci in testa che il vero ostacolo al meglio siamo noi stessi„.