Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/316

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detta dei privati, posta dove prima era il banco della Pietà. Il direttore generale si chiamava reggente e presedeva il Consiglio della reggenza, formato da lui, dai presidenti delle tre casse, dal segretario generale e dal razionale contabile. Questo Consiglio si occupava degli affari interni del Banco; nominava e destituiva gli impiegati; provvedeva ai posti vacanti, nonchè a! servizio delle casse e all’amministrszione del patrimonio. Il reggente aveva poteri molto estesi e corrispondeva col ministro delle finanze, con i capi delle pubbliche amministrazioni e con tutte le autorità. Ogni cassa aveva un proprio presidente, due governatori e parecchi cassieri, meno la prima cassa di corte, con un solo governatore. L’archivio generale era tenuto da un governatore e da un archivista. La cassa di sconto, istituita nel 1818 da Ferdinando I, aveva una commissione omonima, il cui ufficio era di esaminare gli effetti che si presentavano, composta da sei deputati, dal segretario generale, dal cassiere generale, da un tesoriere, da un sindaco o censore, che allora si chiamava "controllo immediato al tesoriere„; e da due agenti di da cambio. Tale fu l’organizzazione interna del Banco dal 1816, quando il Medici lo riordinò, sino al 1863.

Alla prima cassa di corte si scontavano gli effetti commerciali e si pegnoravano gli effetti pubblici. Nel 1858 Ferdinando II autorizzò il Banco a fare ai negozianti prestiti di somme garantite dalle merci depositate nei magazzini della dogana, con cambiali a tre firme e a cinque mesi; ma l’utile riforma non fu mai tradotta in atto, e se ne attribuì il motivo allo scarso successo delle operazioni di pegno sopra alcune speciali mercanzie, che si depositavano nei locali dell’antica posta, in via di Porto, sul principio. Nella seconda cassa di corte si pegnoravano gli oggetti preziosi e alla Pietà si ricevevano i pegni dei poveri. Ufficio precipuo del Banco era l’emissione delle così detta fedi di credito, trasferibili per girata e rimborsabili a vista, le quali facilitavano notevolmente i contratti privati. Imperocchè, potendosi nella girata inserire un intero contratto, che avesse una relazione qualunque con il pagamento, per cui si cedeva la fede, ne derivava che essa era usata in tutti i contratti, specialmente come quietanza e nei casi, nei quali là legge richiedeva qualche formalità, Si risparmiava tempo e denaro. A Napoli non vi era contratto di affitto, ricevuta di pagamento, compra o ven-