Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/329

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Raffaele Perfetti, nativo di Terra di Lavoro, cominciò a portar grano con carri, poi con barche, al mercato di Napoli: gli utili gli accrebbero ardire e lavoro, e fece la sua apparizione in Borsa, ne’ ranghi degli aumentisti. Vi portava, contingente prezioso, il sentimento dei proprietarii e quello dei mugnai, due potenti alleati. Perfetti non aveva studii, ma ingegno chiaro e acuto, e ne diè prova presto, chiamando intorno a sè la gente più capace e più adatta a quel genere di commercio. Ricercò ed ottenne commissioni dall’estero, e le disimpegnò con lode, consegnando qualità migliori, che altre case non facessero: avvedutezza questa, che lo fece salire in eccellente fama a Genova ed a Marsiglia. La situazione economica del Regno in tanto s’avvantaggiava. Le miti imposte permettevano il risparmio; i coloni si erano rifatti e opponevano maggior resistenza ai prezzi ribassanti della Borsa, preferendo tenere ne’ granai la merce, anzi che venderla; ciò che tornava in danno di chi avesse venduto allo scoperto. Le qualità dei grani di Polonia e di Odessa erano migliorate; quelle di Barletta non guadagnavano più la gran differenza, che prima avevano goduto; bisognava quindi che esse, alla loro volta, fossero divenute migliori; e Perfetti, pagando in Puglia prezzi aiti, secondo il merito della merce, stimolò a meglio produrre. Capitanando in Borsa gli aumentisti, egli attrasse a sè tutt’i produttori pugliesi; e pigliando da questi la roba migliore, accrebbe all’estero, rapidamente, la sua rinomanza e i suoi guadagni. Gli ordini di sua firma, prima accettati soltanto per caricazione, furono ammessi alla liquidazione mensile; e la sua casa prese posto officiale nella Borsa, come casa d’ordine e il suo nome fu sinonimo dì operosità e di onore.

Il duello divenne lotta accanita. Al caffè dei commercianti, dal mattino sino a mezzogiorno, e nelle ore pomeridiane, sotto i platani della spianata, gruppi di sensali e di speculatori si adunavano e si disfacevano a vista d’occhio: avvisaglie le quali finivano alla Borsa con lotte, onde le fortune rapidamente venivano intaccate, o rapidamente si accumulavano. La gente di Borsa andava notata come la più spendereccia della città. Era un correre di sensali, ed un agitarsi di gente a far premii o affari a fermo; lottatori esercitati a tener conto di piccola variazione di mercato, d’ogni possibile circostanza, di ogni qualsiasi accenno a variazioni future. Le nuvole e il va-