Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/360

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Troja Carlo di Napoli. — Uno de’ Compilatori della Minerva e della Voce del Secolo, i di cui fervidi articoli son troppo conosciuti. Corredato di molto fuoco, di vivace ingegno e di profondi principii antimonarchici, appartiene alla classe delle persone pericolose ed influenti in qualunque lontano evento dì politiche abberrazioni. Compreso nello stato degli eliminati, fu addetto alla 2° classe, e S. M. nel Consiglio de’ 5 maggio 1826 ordinò che fosse tolto il divieto di rientrare, dopo ciò si recò in Napoli, e la vigilanza istituita sul di lui conto presentò degli sfavorevoli risultamenti, specialmente per implausibili contatti; per cui d’ordine Sovrano gli fu proporzionata una seria avvertenza, dopo di che per alcun tempo si mostrò più circospetto, ma in seguito riprese l’antico andamento.

Intanto avendo chiesto un passaporto per l’estero, ed essendo stata rassegnata a S. M. l’indicata domanda, la M. S. nel Consiglio de’ 27 giugno 1828 si degnò non impedire che egli partisse, a condizione che volendo ritornare dovesse prima conseguire il permesso dal Ministro degli affari esteri, si è fatto conoscere essere giunto in Roma agli 11 luglio 1823, e che disponevasi a partire per Firenze, d’onde ha chiesto passare in Venezia ma gli fu negato l’ingresso in quello stato. Si fa rimarcare che frequenta la conversazione dei liberali. Sulle di lui istanze dì ritornare, S. M. ne’ Consigli de’ 26 marzo e 21 luglio 1829 dichiarò di non annuire alla domanda. Su di un’altra dimanda, nel Consiglio de’ 2 novembre 1829 ordinò non farsi novità. È compreso nell’abilitazione dipendente dall’atto Sovrano dei 30 maggio 1831.


(Archivio di Napoli - Ministero Intorno - Polizia, vol. 17, fasc. 40. — Supplemento al Registro dagl’Individui napoletani espatriati, esiliati e rilegati per carichi politici, 1827, foL 116'-118).