Pagina:La fine di un regno, parte III, 1909.djvu/150

Da Wikisource.

— 140 —

st'ultima ne possiede tuttavia uno di pregiato autore non più usato da gran tempo, perchè sostituito da altri moderni.

Negli ultimi anni del governo borbonico, i pianoforti erano comuni non solo alle famiglie della città, ma anche a quelle dei magistrati. E perchè bene si apprendesse la musica, il barone Francesco Antonini, nipote del ministro di Napoli a Parigi, Emidio Antonini, fece venire in Aquila il napoletano maestro Pasquale de Sanctis. La baronessa, che nasceva marchesa Spaventa, era abile suonatrice di piano e di arpa. Altro maestro di piano e compositore, marchegiano, di nome Domenico Michelangeli, fu chiamato dal vescovo Filippi, per ammaestrare alla musica i seminaristi.

Erano quindi frequenti i concerti musicali nelle private famiglie; e le signorine si educavano nell’apprendere la chitarra francese e l’arpa, benchè la vita di società fosse molto ristretta.

E a rammentare le soirées danzanti, che annualmente dava il presidente della Gran Corte Civile, detta oggi Corte d’appello, Michele Zampaglione, il 12 gennaio, pel genetliaco di re Ferdinando II. In tali trattenimenti s’intrecciavano le danze co’ concerti, ai quali prendevano parte signore e signorine aquilane. V’intervenivano le principali autorità, la numerosa magistratura, l’ufficialità e le migliori classi cittadine in uniformi e in decorazioni, perchè solennità di Corte.


Carrozze.


Le carrozze di privati signori, esistenti in Aquila, erano in buon numero, e non minore certamente di quello di Chieti. Tutte si vedevano in gala principalmente il 28 agosto di ogni anno nella gran piazza di Collemaggio, alla mostra delle reliquie di uno de’ Patroni della città, S. Pietro Celestino. In tale funzione era solito accorrere numeroso pubblico non solo dalla città, ma anche da fuori.

I migliori attacchi della città in ogni circostanza eran quelli delle famiglie Rivera, Picalfieri, Spaventa e Mignanelli. Per lo innanzi forse superava tutti coi suoi equipaggi il duca di Paganica, ma essendosi la famiglia di costui trasferita a Napoli, e tornando solo nei mesi estivi nella sua villa in Paganica, negli ultimi dieci anni del governo borbonico non si vedeva più prendere parte ooi suoi equipaggi nelle passeggiate aquilane.


Pinacoteche private.


L’Abruzzo era la sola regione ove esistevano private pinacoteche. Quasi tutte le antiche famiglie aquilane aveano grandiosi palazzi, con ampie sale decorate di pregevoli dipinti, generalmente ammirati