Pagina:La fine di un regno, parte III, 1909.djvu/21

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sedute, e perchè preso da timore per un articolo scritto contro di lui nel giornale l’Indipendenza e la Lega. Più segna presente qual procuratore della Principessa di Belvedere.

Francesco Marletta, Chiamato alla Camera dei Pari, come Pari temporale elettivo dopo molti giorni del 183 aprile 1848, fui negativo alla iniqua votazione della Decadenza, e non sottoscrissi.

Sac. Mario Turrisi. Nella qualità di Pari elettivo non solo non firmai l’Atto ingiusto del 13 aprile, ma lo disapprovo e lo detesto.

Sac. Antonio Cori. Nella qualità di Pari elettivo non solo non firmai l’Atto ingiusto del 183 aprile, ma lo disapprovo e lo detesto.

Salvadore Viso.

Francesco Abate Salvo. Non intervenne allo ex-Parlamento, ma per la imponenza di quei tempi fu rappresentato dal Principe di Lampedusa: disdice colla sua firma in ogni miglior modo l’Atto nefando di Decadenza, che il suo procuratore senza mandato di sorta potò firmare nel 18 aprile 1848.

Mons. D. Visconte M. Proto cassinese, Vescovo di Cefalù. Dichiaro di aver sottoscrittto il nefando atto spaventato dalle minacce di vita; però non intesi aderire.

Antonio Scuderi, qual procuratore speciale del parroco D. Gaetano Messina giusta il brevetto del 9 marzo 1850 in not. Buscemi di Messina.

Antonino De Spucches Brancoli, Duca di Caccamo, qual procuratore speciale del Marchese della Sambuca, come per procura del 6 febbraio 1850 data in Napoli e riconosciuta dal notaro D. Ferdinando Cacace.

Sac. Luigi Ventura. Soscrivo per dichiarare che nella seduta del 18 aprile 1848 non vi fa libertà nè nella discussione, nè nella votazione, e quindi il Decreto, di cui sopra è parola, è per me irrito e nullo.


SACRA REAL MAESTA.


Signore,

Penetrati dalla immensa responsabilità che sul capo dei colpevoli autori ha rovesciato l’improvvido e fatale Decreto di Decadenza proferito la notte del 18 aprile 1848, trepidi del severo giu-