Pagina:La fine di un regno, parte III, 1909.djvu/22

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dizio della storia, che sino alla più tarda posterità ne spingerà l’orrore e l’esacrazione, noi qui sottoscritti ex Deputati della Camera dei Comuni sentiamo il dovere di umiliare ai piedi del real Trono la più formale dichiarazione, che in nessuna guisa concorse il nostro libero arbitrio ad un atto imposto alla maggioranza della Camera dalle mwre segrete, e dalla violenza di un pugno di demagoghi che nel silenzio e nel mistero ne ordirono l’infame disegno.

Noi non volemmo, poichè eccedeva i limiti del mandato ricevuto dagli elettori. Non volemmo, poichè non era desso il voto della nazione di cui eravamo gli interpetri. Il popolo attonito seppe e tollerò la gravità di questo politico misfatto, quando la fazione che lo avea strappato alle Camere, la bandiva quale suprema necessità di Potenze proteggitrici.

Noi non volemmo da ultimo, perchè moderati per principii e per condotta, e solleciti del vero bene del paese rifuggivamo dal frapporre un abisso tra il Trono e i sudditi, dal rendere impossibile qualsiasi pacifico scioglimento.

Questa solenne manifestazione che il solo grido della coscienza ci detta, mentre servirà a giustificare la nostra condotta in faccia all’intera Sicilia, speriamo possa venire accolta dalla clemenza della M. V. cui Iddio ha affidato i destini e lo avvenire dell’Isola, quale irrefragabile argomento di nostra fedele sudditanza, e sincera devozione.

Giuseppe Pinelli.
Fortunato Jannelli.
Pasquale Maimone.
Giuseppe Galici Galletti.
Mercurio Ciminna.
Vincenzo Grimaldi.
Barone Francesco Ventura.
Giuseppe Arone di Bertolino.
Giovan Calogero Nicosia.
Giuseppe Randazzo.
Francesco Paolo Orlando.
Giuseppe Bonfiglio
Tommaso Glorioso.
Vincenzo Calcagno.
Vincenzo Grimaldi, Barone Calamezzana.
Giacinto Agnello.
Federico Lancia, Duchino di Brolo.
Emanuele Cammarata.
Giuseppe Tebaldi.
Paolo Barile, Barone Furolifi.