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CAPITOLO XIII
Il Banco delle Due Sicilie, come si chiamava allora il Banco di Napoli, dipendeva dal ministero delle finanze. Eugenio Tortora ha scritto due grossi volumi, narrandone la storia e le vicende, dal 1539, in cui si apri la prima cassa pubblica, in via della Selice, all’ultimo riordinamento del 1863, fatto dal Minghetti, ministro delle finanze e dal Manna, ministro del commercio. Negli anni, dei quali parlo, il Banco delle Due Sicilie era in Napoli diviso in tre casse: la cassa di Corte, che avea sede nell’edificio di San Giacomo; la seconda cassa di Corte, allo Spirito Santo, e la cassa dei privati, posta dove prima era il banco della Pietà. Il direttore generale si chiamava Reggente e presedeva il Consiglio della reggenza, formato da lui, dai presidenti delle tre casse, dal segretario generale e dal razionale contabile. Questo Consiglio si occupava degli affari interni del Banco; nominava e destituiva gli impiegati; provvedeva ai posti vacanti, nonché al servizio delle casse e all’amministrazione del patrimonio. Il Reggente aveva poteri molto estesi e corrispondeva