Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/289

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CAPITOLO XIV


Sommario: I balli a Corte — Un incidente-curioso — L'invito al duca di Ventignano — Il Club dell’Accademia Ideale — I ricevimenti privati — Casa Torella, casa De la Feld e casa Craven — Una rappresentazione di beneficenza — Le più belle dame del tempo — Le periodiche della borghesia — I balli mascherati e un duello — I canzonettisti dialettali — Labriola e Cammarano — Gli avvocati — Loro perniciosa influenza nella vita Sociale — Ferdinando II e Settembrini concordi nel giudicarli — Domenico Capitelli e suo ultimo colloquio col Re — Alcuni nomi — Le mode — I bagni — Le villeggiature — Madama Cardon e madama Giroux — I sarti più noti e i più noti lions — I principali bazar — La casa Tesorone a Toledo — La bottega del bello Gasparre — I caffè principali — I pasticcieri e le pizzerie — La Società Reale e la Pontaniana — Una curiosa requisitoria dell’Imbriani — Il premio Tenore a Carlo De Cesare — Un inno al Re.


La vita del Regno non era così varia e lieta come a Napoli. Nel capitolo consacrato alle provincie, la vita di queste è narrata ampiamente. L’ultimo decennio fu in verità molto diverso anche per Napoli, dagli anni che precedettero il 1848, quando la Corte vi dimorava e il Re dava frequenti feste e interveniva ai balli privati. Nel 1843, in occasione della inaugurazione della ferrovia che congiunse Napoli al Real Sito, aprì anche la Reggia di Caserta ad una festa, di cui in alcuni de’ nostri vecchi dura ancora il ricordo. Apri egli stesso le danze, essendo allora ballerino agile e instancabile, e la duchessa Teresa Ravaschieri ricorda che, giovanissima, facendo il suo primo ingresso nel mondo, aveva ballato un valtzer col Re, molto galante con le signorine più belle. Vi era allora fra la Corte, l’aristocrazia e l’alta borghesia maggior affiatamento, più facili essendone i contatti. Ma dal 1849 al 1859 le cose andarono altrimenti, come si è veduto. Una delle ultime feste date alla Reggia di Napoli la