Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/152

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aveva avuta la vivace polemica con l’Inguaggiato di Palermo, e la cui sala era frequentata dai giovani signori e dai borghesi più noti.

I negozianti principali a Catania erano Eduardo Jacob, Alfio Scuto, De Benedetto, Motta e Calogero Costanzo. Fra i negozi di tessuti di lana e generi esteri vanno ricordati quelli di Fischetti e di Gentile; e di tessuti indigeni di cotone, quelli di Dovi, Russo, Licciardello. Pregiati ed importanti erano i tessuti in seta, che si fabbricavano in larga scala e si mandavano in tutto il Regno. Rinomati i negozi dei fratelli Auteri che tenevano un’importante succursale a Napoli, e quelli di Fragalà. L’industria della seta, assai fiorente e fonte di lavoro lucroso per Catania, decadde dopo il 1860.

Quelli che non frequentavano i circoli, nè case private, solevano radunarsi la sera nelle farmacie, dove si fermavano sino a due ore dopo l’avemaria, in attesa che le persone di servizio andassero a prenderli all’ora designata con le lanterne, essendo scarsa l’illuminazione pubblica, la quale veniva aiutata dalla maggior parte dei padroni di casa, che sul loro portone accendevano il lampione. E dire che oggi è una delle città meglio illuminate d’Italia. La festa di Sant’Agata, aveva la curiosa specialità delle così dette Ntuppatelle, che erano le signore, le quali nascondendosi il volto col Manto, prendevano i signori a braccio, e si facevano condurre a passeggio e comprare dolciumi.

Si rifece vivo l’antico disegno d’irrigare la piana di Catania con le acque del Simeto. L’idea risaliva fino al 1826; ma nonostante gli illuminati eccitamenti di Giambattista Guarneri e di Carlo Afan de Rivera, non prese forma concreta, che nell’agosto 1846, quando l’ingegnere napoletano Enrico Dombrè presentò un progetto completo. Il governo di Napoli non l’approvò che nel marzo del 1852, per le insistenze di Filangieri. Si formò la società con un capitale di 180 000 ducati, inferiore di molto a tanta opera, per la quale occorreva una somma almeno di due milioni e mezzo. Cominciarono i lavori nel dicembre del 1868. Il primo arginamento venne eseguito presso la “Barca di Paternò„, e di là furono fatti partire i canali principali. Questi lavori non dettero però tutto l’utile che se ne sperava. Della nuova