Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/174

Da Wikisource.

— 166 —

teva soccorrere nè di un uomo, nè di una cartuccia l’insurrezione, e consigliava di attendere.


La polizia intanto aumentava la sua vigilanza. Castelcicala era andato a Napoli per assicurare il governo che la Sicilia era tranquilla; e Maniscalco, rimasto padrone della situazione, e procedendo interamente d’accordo col generale Salzano, comandante della piazza, moltiplicava la sua attività. Ogni giorno correvano voci di nuovi arresti e nuove perquisizioni. Si temè che la polizia avrebbe perquisita la casa del padre Lanza, ma fu invece perquisita minuziosamente quella del barone Riso, dove gli amici di lui si adunavano. La polizia portò via le armi personali del barone, benché egli ne avesse regolare permesso, ed essendogli stato consigliato di allontanarsi per pochi giorni, al fine di non confermare i sospetti, il Riso si affrettò a consegnare al padre Lanza, che la tenne sino al 4 aprile, la cassa del Comitato, coi tremila ducati che vi erano rimasti, per pagare le squadre nel primo giorno dell’insurrezione.

L’indugio disanimava, e i capisquadra si mostravano sempreppiù impazienti; ma essendo varii i pareri circa il giorno da fissare, i nobili dichiararono che dal canto loro ne rimettevano al vecchio Pisani la scelta. Pisani e Marinuzzi avevano avuto lo stesso incarico dal Comitato. Prima di fissare la giornata del 4 aprile per l’insurrezione, Pisani volle sentire l’avviso del padre Lanza e del Pignatelli, e questi furono di parere che era bene scelto quel giorno, che cadeva di mercoledì santo. Pisani aveva riflettuto che in quella giornata le truppe non sarebbero state chiuse nei quartieri, come nei giorni successivi della settimana santa, e che, trovandosi il luogotenente a Napoli, vi sarebbe stata incertezza da parte delle autorità.

Fissato il 4 aprile, i capi del Comitato si riunirono negli uffici del Baliato, con Francesco Riso per fissare gli ultimi accordi, che furono questi. Gli uomini, i quali dovevano prendere le armi dentro Palermo, avrebbero formati tre gruppi: il primo, al comando del Riso, doveva riunirsi la sera del 3 aprile nel magazzino dentro il convento; il secondo, sotto gli ordini di Salvatore La Placa, raccogliersi nel magazzino di via Magione; e il terzo, guidato da Salvatore Perricone, nella casa in via della Zecca: tutti i quali posti erano stati dal Riso, come si è già detto,