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Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/286

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carica tutt’i vecchi sottointendenti, paralizzati, intimoriti e privi di ogni autorità. I più perseguitati erano i vescovi; quei vescovi, che, prima dell’Atto Sovrano, si erano mostrati più devoti all’antico regime e, dopo, meno teneri delle istituzioni liberali, e si fantasticava che promovessero cospirazioni reazionarie. Rapporti ufficiali e denunzie private li dipingevano al ministero dell’interno e polizia, come perturbatori della pubblica quiete. Alcuni furono espulsi dalle loro sedi; altri, temendo l’ira popolare, se ne allontanarono. Il sindaco di Muro, in Basilicata, Decio Lordi, denunziava il 25 luglio il suo vescovo, pregando il ministro a richiamare “a rigor di posta nella capitale il prelato, che freme all’ombra delle costituzionali franchigie, che arma in questi luoghi una possente reazione guidata dai pregiudizi religiosi„. Contro il vescovo di Castellaneta, monsignor D'Avanzo, che minava lo statuto costituzionale, scrisse al ministro, due giorni dopo, il 27 luglio, un canonico chiamato don Francesco Rizzi. Il vescovo lo sospendeva a divinis ed istruiva contro di lui un processo per mostrarlo macchiato di peccati carnali; ma poi, costretto a fuggire, fu salvo per miracolo. Andando in carrozza da Castellaneta a Gioia, in un punto solitario, uno sconosciuto gli sparò contro una fucilata. La palla colpi la croce pettorale, e il vescovo se la cavò con grandissimo spavento. Più tardi, D’Avanzo fu cardinale e morì nel 1884, in Avella sua terra d’origine.

A tale eccesso si spingevano i sospetti contro i vescovi, che se ne sorvegliava ogni passo. Udite il curioso rapporto, riservatissimo oltremodo, diretto il 2 agosto dal sotto intendente di Gaeta al ministro dell’interno:

Eccellenza! — Ieri in Sessa, oggi in Gaeta. Ò conosciuto che jeri mattina partiva da questa piazza diretto per costà monsignor Gallo con un prete di seguito e don Gaetano Talizia: giunto nell’albergo della posta di Sant’Agata di Sessa, ove si rinfrescano i cavalli, calò da quest’ultimo Comune il vescovo monsignor Girardi, uomo notissimo oltremodo per le sue idee antiliberali; ebbero un’ora circa di abboccamento, e poscia ciascuno prese la sua via. Mi è stato impossibile di conoscere di che trattavasi. Ho però istituita in Sessa su di quel Prelato e di qualche suo cagnotto la più stretta ed accurata sorveglianza. Ne gradisca l’intelligenza.

Il sottintendente
firmato: Gaetani.