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Distribuzione verticale delle molecole | 89 |
parata con una serie di setacciamenti e di separazioni per centrifugazione, in modo che contenga soltanto granuli di una determinata grandezza e presso a poco uguali. Preparata l’emulsione si può determinare in vari modi la densità e le dimensioni dei granuli che sono ben visibili al microscopio. Il Perrin riempiva di tale soluzione una piccola pozzetta di forma cilindrica, profonda 1/10 di millimetro e chiusa da un coprioggetto che ne rende piana la superficie posteriore.
I granuli, lasciati in riposo, prendono una distribuzione di equilibrio sotto l’effetto della forsa di gravità e dei moti browniani provocati dagli urti delle molecole. Con un buon microscopio si può mettere in fuoco ed anche fotografare la sezione del cilindro ad una profondità determinata.
Si ha così il modo di contare il numero di particelle distribuite a varie altezze e quindi la legge di rarefazione delle particelle in funzione dell’altezza, o, che è lo stesso, la legge di variazione della pressione osmotica con l’altezza.
Se la legge di Laplace vale anche in questo caso, la formola 88) si modifica così. Il rapporto si può sostituire con l’altro del numero delle particelle, la massa M di una grammomolecola darà qui data dal numero N di Avogadro moltiplicato per la massa di una particella. Questa a sua volta sarà data dal prodotto del volume della particella, che supporremo sferica, per la densità, osservando che si deve tener conto della densità efficace perchè le particelle sono immerse in un liquido. Quindi se è la densità del liquido e quella propria dei granuli e il raggio di questi, la massa di un granulo sarà
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