Pagina:La gioventù di Caterina de' Medici, 1858.djvu/74

Da Wikisource.

58 LA GIOVENTÙ DI CATERINA DE' MEDICI.

moquinto. 11 vincitore era quello che manteneva il campo; .poco sangue si versava. Le compagnie assoldate non combattevano a morte, ma a prigio- nia: i vincitori nelle lotte politiche, jpadroni del Palazzo e della Piazza, mandavano i loro avver- sari in esilio. In tal modo fu mite la forma, sotto la quale venne tolto di mano ai Medici il potere : mi- tezza però che nulla tolse alla gravità del fatto: Ip- polito, Alessandro e Caterina de* Medici, dovevano al pari degli altri esser- riguardati come buoni e fe- deli cittadini, e niunb doveva dileder loro ragicfne né molestarli per ciò che era accaduto dal 4 54 S in poi: dovevano essi godere il privilegio della esen- zione dalle imposte, come finallora Tavevafao goduto, sicuri da ogni danno ne'Joro privati pos- sedimenti. Finalmente potevano rimanere e abi- tare liberamente nello Stato, dovunque a loro piacesse. .

La decisione fu un mezzo termine che non bastava agli uni, e non rassicurava gli altri. La città, come dice uno storico contemporaneo, non era più serva e non poteva chiamarsi lìbera. Siccome lo spirito pubblico diventava sempre più minaccevole, Niccolò Capponi e Filippo Strozzi tornarono un' altra volta al Cardinale da Cortona. Essi lo. mossero ad abbandonare unitamente ai due giovani la città, e a promettere di conse- gnar le fortezze al nuovo governo.

I giovani Medici montarono a cavallo col