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Si discusse quindi lungamente in comune senza venire ad alcun risultato pratico, mancando moltissimi che erano stati invitati. Ci sciogliemmo dopo aver provveduto alle cose più urgenti, fra le quali la provvista delle carni pel mercato dell’indimani al Foro Boario, che senza questo e senza l’abnegazione del sig. Felice Ferri, non avrebbe avuto luogo, con danno della città.
Un’onda di popolo era venuta nella sera sulla spianata del Campidoglio e dimandava di vedere la Giunta. Fui pregato di dire qualche cosa; e dissi infatti ciò che il cuore mi dettava, informando il popolo che la Giunta si sarebbe nominata nel Comizio del giorno susseguente.
Nella mattina del 22, la Commissione, scelta dal Circolo Popolare, come si è detto di sopra, venne in casa mia, latrice di una lista composta di una quarantina di nomi. Fu oltremodo facile metterla d’accordo con quella che mi era stata data il giorno precedente nelle sale del generale Masi; imperocchè quasi tutti i 22 nomi di essa si trovavano nella nota del Circolo. Fu dunque redatta una lista di 42 nomi, comprendendo tutti i 22 nominati; ed io ebbi facoltà dalla Commissione di accrescerla con altri due nomi, senza riferirne, qualora tale aggiunta fosse richiesta da coloro che si riunivano nelle sale del generale Masi.
Soddisfatto di essere giunto ad un tale risultato, in cui era evidente la nostra abnegazione ed il nostro spirito di concordia, mi recai verso le 11 della mattina dal generale Masi. Ebbi a lottare con molte difficoltà, che mi giunsero inaspettate; imperocchè esaminando i nomi ad uno ad uno, feci rimarcare che sopra 42, nove soli erano di opinioni decisamente avanzate o repubblicane, che si volessero chiamare; in guisa che non si poteva pretendere di più. Finalmente parve si accontentassero; ed il gen. Masi, prendendo in mano la lista, m’invito di andare seco presso il gen. Cadorna, dal quale fummo in pochi istanti.