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108 la guerra [1281]

che si divisero non in Guelfi e Ghibellini, ma in Latini e Francesi; e lottavano nelle elezioni de’ pontefici; ed erano a tale innanti l’esaltazione di Martino, che senza la scoperta forza di Carlo, qualche altro fier latino succedeva a Niccolò III. Nel pontificato di Niccolò, la romana corte s’era data già a lacerare apertamente il nome francese. Tra gli altri un Bertrando, arcivescovo di Cosenza, uom di lettere, pratico del mondo e dabbene, nel biasimar severamente i soprusi della gente di Carlo, si fece una volta a profetarle sterminio. «Chi avrà vita, disse Bertrando, chi avrà vita vedrà masnadieri abietti sorger contro questi superbi, e scacciarli dal regno, e abbatter loro dominazione: e tempo verrà che si creda offrir olocausto a Dio al trucidare un Francese1.» Così la politica romana o presagiva o affrettava il passaggio da’ pensieri alla vendetta e alle armi! I pensieri eran comuni a tutta l’Italia: particolari cagioni ne fecero scoppiare in Sicilia la rivoluzione del vespro.

Con gli appresti alla guerra di Grecia, crebbero le estorsioni, crebbero gli aggravî; e quindi a dismisura la mala contentezza de’ popoli. Sono sforzati i baroni a fornir non solo le milizie feudali, ma anco le navi; se alcun tarda, gli si occupano i beni2; nobili e vassalli, obbligati e non

  1. Saba Malaspina, cont., pag. 338, 339.

    Le parole della profezia son queste: _Tempus adhuc videbit qui vixerit, quod Scarabones ejicient de regno Gallicos et in multitudine, etc._ Io ho creduto che _Scarabones_ suoni in italiano masnadieri, saccardi, soldati irregolari; perchè questa parola, che non si trova nel glossario del Du Cange, è identica a _Scaranii_, _Scaramanni_, _Scamari_, _Scarani_, _Scarafonus_, vocaboli che vengono dalla radice _Scara_ (_acies_, _cuneus copiæ militares_), o piuttosto da _Scara_, una delle angherie feudali, onde si dicevano _Scaranii_, ec. i famigliari de’ magistrati, i fanti incaricati della riscossione di alcuni balzelli, e in generale gli armigeri della più disordinata e spregevole maniera di milizia. Indi l’italiano _scherani_.
  2. Diplomi dell’8 novembre 1280, 21 aprile e 27 giugno 1281 nel catalogo delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. I, pag. 218, 222 e 227.