Pagina:La guerra del vespro siciliano.djvu/152

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136 la guerra [1282]



Per tal modo entro il mese di aprile1, cominciata in Palermo con disperato coraggio, comunicata a tutta l’isola con attività e consiglio, si fornì in Messina questa memoranda rivoluzione, che dall’ora del primo scoppio s’addimandò il vespro siciliano. Vi fur morti, dice il Villani2, da quattro mila Francesi; e, qualunque sia stato il numero, che non abbiamo da più sicure fonti, certo vasta corse e miseranda la strage, ma necessaria in quel tempo; onde a ragione il popol nostro orgogliosamente serba infino ad oggi le memorie di quell’antica feroce virtù. E ben gli scrittori d’Italia contemporanei, disserla, chi maravigliosa e incredibile, chi opera diabolica ovvero divina; quando non solamente franse il potere di re Carlo, tenuto fino allora invincibile; ma nella stessa prima conflagrazione, invano tentarono i governanti di ridur Palermo con le undici galee, invano di fortificare o tener in fede

  1. Anon. chron. sic., pag. 147.

    Nic. Speciale, lib. 1, cap. 4.
  2. Lib. 7, cap. 61.