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240 la guerra [1283]

battaglia tutti gli stromenti; manda un legno a sfidare Cornut; e accorgendosi come cento uomini francesi dal castello correano ad imbarcarsi, da non curante li aspetta. Fe’ il nimico ammiraglio riconoscer le nostre galee; e più baldanzoso per falso avviso che fossero sol dodici, co’ suoi ventisette1 legni impaziente die’ dentro, che appena facea l’alba.

Uguagliavansi i combattenti di cuore, d’orgoglio, e a un di presso di forze; perchè il nimico ci vantaggiava nel numero degli uomini e de’ legni; cedea negli ordini del combattere, per cagion di que’ suoi terzi vogatori2, nè pratichi nè aitanti al saettare, da meno assai de’ balestrieri stanziali, freschi e spediti, ch’avea l’ammiraglio nostro, contento di due uomini soli a ciascun remo. Dapprima s’affrontano con ugual furore, con saette e sassi e calce e fuochi; ma Loria comanda a’ suoi, che copransi alla meglio, e sostengan lo scontro, lasciando i soli balestrieri a ferire: e così infino a mezzogiorno si battagliò, e si sparse assai sangue; incalzando gli uni, difendendosi gli altri soltanto. Ma come Loria s’accorse che già mancavano i tiri a’ Provenzali, i quali invano li aveano sparnazzato; e che prendean essi a lanciare fino gli utensili delle

  1. E in vero 27 erano tutti i legni, secondo il diploma del 2 giugno 1283, citato di sopra. La differenza con d’Esclot non sarebbe nel numero totale, ma solo in quello delle galee.
  2. Montaner, cap. 83 e 131, dà lunghe lezioni militari intorno il vantaggio de’ balestrieri scritti, o vogliam dire stanziali, e l’impaccio de’ terzi remiganti, che nel combattimento facessero da balestrieri. Ei li chiama tersols; ed è una voce ch’io non seppi comprendere nell’originale catalano, ma la veggo benissimo spiegata dal Buchon nella sua versione francese, ed. Paris, 1840, pag. 288, rameurs surnuméraires, attachés en tiers au service d’une rame. I balestrieri stanziali son detti da Montaner en taula, perchè l’uficio dell’arruolamento si chiama taula in catalano. A quest’ordine di balestrieri, non gravati d’altra fatica sulle galee, Montaner dà le continue vittorie de’ Catalani in giusta battaglia navale; ma pur confessa che in un’armata era necessario un certo numero di galee co’ terzi vogatori, per potere al bisogno dar più vigorosamente una caccia.