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[1283] del vespro siciliano. 239



Ruggier Loria stavasi pronto nel porto di Messina con ventidue galee catalane e siciliane, quando ebbe avviso della nemica flotta da’ suoi legni sottili, o da barche di Principato, che navigavano con frutta e vini furtivamente alla volta di Sicilia; le quali imbattutesi nella flotta provenzale presso Ustica, se ne liberavano fingendo esser indirizzate per Tunisi, e poi, volto il corso, approdavano a Palermo, a Messina e a Trapani1. Presupposta a quell’avviso la fazion de’ nemici, la regina incontanente spacciò a Malta un legno da quaranta remi a comandar che lasciato l’assedio della rocca, s’afforzassero i nostri in città: e Loria, cercando la flotta di Provenza, die’ ai venti le vele. D’Ustica la seguitò a Trapani e a Terranova, restando indietro sempre due giorni; onde com’ei toccò Gozzo, a Malta la seppe, che già avea sbarcato le genti, e investito, ancorchè invano, gli assedianti in città. Indi a mezza notte innanzi l’otto giugno milledugentottantatrè, salpando dal Gozzo, fu surto a traverso la bocca del porto di Malta, con le ventidue galee ordinate a scaglioni. Questa era la prima impresa che Ruggiero governava da ammiraglio: tra la sua gente e la provenzale s’aveva a contendere il primato ne’ fatti di mare. Perciò, sdegnando assaltare il nemico sprovveduto, fa suonare a

  1. Il d’Esclot, cap. 110, dice espressamente questo caso delle barche di Principato cariche di frutta e vini per Sicilia. Io dapprima non sapea piegarmi a credere che dal reame di Napoli si portassero di tali derrate in Sicilia, massime i vini. Ma bisogna accettar questo fatto economico, alla irrefragabile testimonianza di due diplomi dati di Napoli il 2 maggio duodecima Ind. (1284), pei quali si fece severo divieto alla furtiva estrazione di vini per Sicilia, che si commettea in Sorrento e in Castellamare di Stabia, infingendosi imbarcarli per terre fedeli al re. Dal r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 85, a t. 88, a t. E sempre più si vede la grandissima informazione e diligenza del d’Esclot.