grande, dal volto nasuto, olivastro, spirante fierezza, non
composto mai a sorriso, sobrio, vigilante; e solea dir che i
dormigliosi ne perdon tanto di vita. La quale austerità e attitudine
alla guerra sembran le sue sole virtù: e più sarebbe stata la
religione, se non l’avesse inteso a suo modo: riverire il sacerdozio
quando non gli contrastasse ambizione; donare a monisteri; erger
chiese; e credere che si serve a Dio con ciò solo, calpestando il
vangelo nei sublimi precetti della carità. Per tali vizi e virtudi e
fortuna era costui molto ridottato in cristianità, come potente,
bellicoso, irresistibile 1. Per le stesse cagioni, sospinto da sua
natura e fatto cieco dalle prosperità, ei montò agevolmente, e
inaspettatamente cadde. Non prima occupò il trono di Manfredi, che
prese a guardar di là dal mare l’impero greco, di là dal Garigliano
l’Italia superiore; lacerati, l’un da eresia, tirannide, e pretensione
di due schiatte di principi, l’altra dalle parti politiche; e la
- ↑
- D’Esclot, cap. 64.
- Cronica di Morea, lib. 2.
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 57.
- Paolino di Pietro, in Muratori R. I. S. tom. XXVI, ag.
- Montaner, cap. 71.
- Benvenuto da Imola, comento alla Divina Commedia, al verso:
- Cantando con colui dal maschio naso.
_Purgat_., c. 7.
- Carlo d’Angiò, con quest’indole niente poetica, fece pure qualche verso, perchè n’avea sempre agli orecchi nella corte di Provenza. Il sig. C. Fauriel, ne’ cenni biografici intorno a Sordello, Bibliothèque des Chartes, tom. IV, nov. et déc. 1842, ha dato una traduzione della risposta ritmica di Carlo ad alcuni versi di Sordello che il tacciavano d’ingratitudine. Sordello vivea alla corte del conte di Provenza; l’avea seguito all’impresa contro Manfredi; ma ammalatosi in Novara di Piemonte, vi restò lungo tempo dimenticato, in preda alla malattia e alla povertà. Le istorie di Francia ci danno molti esempi della sfacciata avarizia mostrata da Carlo in Francia, prima che la potesse spiegare in più vasto campo sul trono di Sicilia e di Puglia; e ci attestano insieme la giustizia di san Luigi che l’obbligava a rendere il mal tolto.