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Pagina:La lanterna di Diogene.djvu/217

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XVI.

A Comacchio.


Io meditavo il mattino seguente su questo fatto deplorevole della penetrazione di Venere per tutta la materia, quando mi scosse la voce amica del signor Armuzzi:

— «Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi», sei mai stato a Comacchio?

— Il paese delle anguille?, dove non si mangia che anguilla: minestra anguilla, lesso anguilla, frutta anguilla, dove l’aria e l’acqua hanno odore di anguilla? No, non ci sono mai stato.

— È un paese interessante e fra i più caratteristici. È così poco conosciuto che lei potrà vantarsi di aver visto Comacchio come d’essere andato al Polo Nord. Io ho la specialità di condurre le persone intelligenti a vedere Comacchio. Domani mi ci devo recare.... se crede....

Ringraziai di quell’«intelligente» e: — Perchè no? Ma e il mezzo per andare a Comacchio?


Panzini. La lanterna di Diogene. 14