Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/334

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328 la leggenda di tristano


cuore e donatevi allegrezza; ché, quando voi sarete guarito, io si vi parlerò, e volentieri, di cosa che io non vi parlerei or al presente.»

E letta che Ghedino ebbe la lettera, tutto si conforta, credendo che Isotta lui amasse del fino amore, e molto veniva allora migliorando; e continuo egli si portava questa lettera nella scarsella, ché di ciò egli prendeva grande conforto. E dimorando in tale maniera da venti giorni, e uno giorno Tristano andoe nella camera di Ghedino per parlare con lui, com’era usato, e truovalo ch’egli dormiva; e la lettera, che Isotta mandata gli aveva, era sopra il guanciale dello letto. E allora Tristano sí la prese in sua mano, e tantosto, mirandola, conobbe per cui era stata scritta; e leggendola, divenne tutto smarrito e pallido, dicendo in fra se stesso: «Ahi!, bella Isotta, perché m’hai cosí ingannato? Ahi!, sire Iddio, or come puote essere tanto fallo?». E allora egli appella Ghedino; e com’egli fue desto, e Tristano gli disse: «Cognato, cognato, tu m’hai ingannato; e molto mi confidava io di te, e tu m’hai morto e tradito». E in su quel punto, Tristano mette mano a uno coltello per ferirlo; e veramente Tristano l’arebbe morto in su quel punto, tanto era irato e sospettoso di questo fallo. Ma Ghedino, per la grande paura ch’egli ebbe, non pare miga malato; anzi, prestamente egli si gitta a terra d’una finestra, e lasciasi cadere nello giardino dinanzi allo re e alla reina, i quali giucavano in quel punto insieme, per diletto, a scacchi. Lo re pensava che Ghedino avesse dormito sopra la finestra, e fecelo tantosto prendere in braccio e mettere in uno ricco letto a riposare; ch’egli era tutto stordito. E Tristano, per lo grande dolore, era uscito fuori di sua memoria, e non vedea e non sentiva, e divenne sí come uomo affatturato; e vassene allora nella sala e sí s’arma di tutte sue armi, ed era molto crucciato. E la reina vedendolo tanto tristo e malinconoso, domandollo che era ciò di sua malinconia; e Tristano allora disse: «Ahi!, Isotta, or come è potuto intervenire che voi m’avete cosí ingannato e tradito? Or chi lo potrebbe credere questo? chi, che voi abbandonassi Tristano e lasciaste per Ghedino?