Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/337

Da Wikisource.

appendice 331


i pastori, chi era quello malaugurato. Gli pastori allora rispuosono, che questi sí era uno folle, lo quale usava alcuna fiata con loro. E riposato che lo re fu un poco, egli si pone a bocca un corno d’aulifante, e sí lo suona per grande pezza, acciò che sua compagnia lo ritrovasse e venisse a lui. Allora lo folle sí si desta molto sbigottito, e si cominciò a gridare: «Piglia piglia, corri corri, a loro a loro!». E sí diceva quello, che a bocca gli venia; e gli pastori, dubitando che quello tanto gridare non rincrescesse allo re, sí cominciano a batter Tristano, e davangli di grande bastonate; e tanto gli danno, che lo fecero, in mal’ora per loro, crucciare; ché, non potendo egli piú sofferire, si lancia tra loro, e aggrappa a uno di mano uno grosso e grande bastone, e sí gli trae a fedire per si fatto modo e sí crucciato, che con quello bastone egli degli diciotto n’uccise sette, e gli altri per grande paura di lui tutti fuggirono. E lo re, vedendo, ebbe grande paura, e pone mano alla spada e mettesi a uno certo cantone presso alla fontana. E a tanto, ecco quivi giugnere messer Adriette e altri cavalieri, e domandavano chi aveva morti quegli pastori; e lo re allora disse: «Quello folle gli ha morti». Allora costoro di ciò si fanno grande maraviglia, e Adriette prega lo re, che meni lo folle alla cittá. E allora vanno a lui e donangli del pane e della carne; e tanto lo lusingano e fannogli agevolezza, che egli se ne va dopo a loro. E tanto cavalcano, che furono alla cittá di Tintoille: non per tanto che niuna persona ancora raffigurasse Tristano, tanto era contraffatto di sua persona: ed egli non di meno non sapeva dov’egli s’andava, né dov’egli era, né di stare, né d’andare. Andando Tristano folle per la cittade, egli scontrò uno bastagio, il quale guidava uno muletto caricato d’orci da acqua: onde lo mulo si sospinse lo folle alquanto, sí come bestia. Di questo Tristano folle molto si crucciò a quel punto, e per tale egli prese quello bastagio e si lo lieva in alto e percuotelo sopra gli orci per si grande forza, ch’egli gli fece rompere l’osso e ’l cuore; e uccise lo muletto ancora, e quelle orcia tutte ruppe; e questo fece abbiendo lo bastagio in mano. E lo re e altri baroni, che ciò